
Questo non è un anno come gli altri. Questo è l’Anno della Cicala. A partire dalla crudele favola della cicala e della formica, ecco la nostra versione. Fucina Culturale Machiavelli lancia il tema della stagione 2020-2021.
Questo non è un anno come gli altri. Questo è l’Anno della Cicala. A partire dalla crudele favola della cicala e della formica, ecco la nostra versione. Fucina Culturale Machiavelli lancia il tema della stagione 2020-2021.
Dai primi di Marzo, con l’annullamento di tutti gli eventi aperti al pubblico, si è instillata nella nostra mente l’idea che andare a teatro, al cinema o assistere ad un concerto fosse pericoloso. All’inizio della pandemia siamo rimasti paralizzati dal pensiero che tutto quello che era in grado di nutrirci l’anima fosse in realtà tossico per noi.
Con il passare dei giorni si è passato a chiudere tutto. In piena quarantena tutti abbiamo cercato dei modi per evadere, almeno mentalmente, dalle mura domestiche: lo abbiamo fatto con la musica e la lettura, guardando dei film e degli spettacoli in streaming, nutrendoci di cultura sotto diverse forme.
Spesso abbiamo detto che Fucina vuole essere una casa per i suoi spettatori, quindi abbiamo sempre cercato di coinvolgere il nostro pubblico in svariate iniziative. L’anno scorso abbiamo lanciato il progetto degli Spettatori Artistici, un gruppo di spettatori affezionati e novizi che hanno contribuito alla scelta degli spettacoli da inserire in cartellone per la stagione 19.20, #FAME.
Quest’anno, nonostante le difficoltà incontrate in questo 2020 funesto, abbiamo deciso di tornare a programmare. Non vogliamo che l’attività di Fucina si fermi, quindi ripartiremo con gli eventi invernali a breve. Uno dei pilastri fondanti di Fucina è quello di dare al nostro pubblico quello di cui ha bisogno, parlare degli argomenti di cui sente l’urgenza che si parli, farlo sentire a proprio agio nel nostro teatro.
Abbiamo quindi pensato ad un questionario, per far sì che Fucina sia sempre di più un teatro su misura, un teatro in grado di offrire degli eventi tailor made sulla base dei gusti e delle necessità di chi abita a Verona.
Domenica 26 luglio 2020 siamo stati ospiti dell’Estate Teatrale Veronese con un nostro concerto del cuore: “The Death and the Iron Maiden”.
Il Quartetto dell’Orchestra Machiavelli, rinnovato nel suo organico per l’occasione, si è cimentato in un concerto di contaminazione che ha visto l’unione del Quartetto n.14 in re minore “La Morte e la Fanciulla” di Franz Schubert (“The Death and the Maiden”, appunto) ad una selezione di brani hard rock degli Iron Maiden.
La Morte è stata il filo conduttore della serata, Nera signora che ha affascinato prima il giovane Franz e poi Steve Harris, cantante degli Iron Maiden.
Due mondi apparentemente lontani, uniti per una sera, capaci di dare vita ad un concerto inaspettato e dalla grande carica emotiva.
Con il diffondersi della pandemia di covid-19, tutti i luoghi di aggregazione sono stati repentinamente chiusi. I teatri più repentinamente di tutti gli altri (discoteche, ristoranti, pub, centri commerciali). Quasi che fosse universalmente riconosciuto che le sale teatrali e da concerto sono dei focolai. Di bellezza, di risate, di socialità. Chissà di che altro ancora.
Scherzi a parte, nel momento di emergenza, anche Fucina Culturale Machiavelli, come tutti i teatri di Verona e d’Italia, ha dovuto interrompere bruscamente tutte le sue attività, la sua stagione, arrivata a metà #FAME di cultura, si è fermata e non sappiamo ancora se sarà possibile recuperare tutti gli spettacoli e i concerti annullati.
Ma questo non ci ha fermato. Perché il fuoco della fucina non si spegne così facilmente. Come fare in modo che il teatro sopravviva, anche a distanza? Volatilizzandolo come l’acqua nella sauna? Forse rendendolo virtuale, agile e igienico, compatibile con tutte le pandemie.
School of Rock è un corso di musica d’insieme realizzato presso Casa di Deborah a Verona nell’inverno 19.20. Il corso è stato promosso e organizzato da Fucina Culturale Machiavelli.
Il corso è stato pensato per i ragazzi che frequentano Casa di Deborah e non solo, con l’obiettivo di fondare una rock band. Si è partiti con un’introduzione tecnica agli strumenti della musica pop – chitarra elettrica, chitarra acustica, basso e batteria – per poi proseguire con un laboratorio pratico di musica d’insieme che creasse bellezza, divertimento e relazione tra i partecipanti.
Il corso aveva l’obiettivo di insegnare ai ragazzi come creare una band e lavorare in gruppo. In un momento in cui spesso le canzoni che ascoltiamo sono prodotte da una sola persona davanti a un computer e ascoltate da una sola persona davanti ad uno schermo, la nascita di una band ha significato trasmettere il valore che ha un progetto curato da più persone. I ragazzi hanno scoperto l’interdipendenza e la dedizione, perché il lavoro di ciascuno ha contribuito alla creazione di qualcosa di nuovo. Questo risultato ha portato soddisfazione e ha rafforzato le relazioni tra i giovani coinvolti.
Le lezioni si sono tenute una volta a settimana e, in occasione dell’inaugurazione della stanza della musica presso Casa di Deborah, è stato organizzato un evento aperto al pubblico dove i ragazzi si sono esibiti assieme all’insegnante.
Stefano Soardo, classe 1987, è fondatore e Presidente di Fucina Culturale Machiavelli, di cui cura la Direzione Artistica per la musica. E’ laureato in Lettere e diplomato in Violino e Viola presso il Conservatorio E.F. Dall’Abaco di Verona. Oggi è maestro di musica nella scuola dell’infanzia, e professore nella scuola secondaria di primo e di secondo grado presso la Scuola Paritaria Sacra Famiglia.
E’ ideatore di numerosi progetti formativi e artistici e compositore di brani eseguiti in prima assoluta dall’Orchestra Machiavelli, di cui è fondatore e punto di riferimento.
La Casa di Deborah è un progetto nato da Giuseppina Vellone, psicoterapeuta che si occupa di famiglie in difficoltà relazionali.
In via Cigno, in centro a Verona, Casa di Deborah è uno spazio accogliente in cui adulti e ragazzi possono passare assieme del tempo di qualità. All’interno delle stanze della Casa i ragazzi possono studiare, seguire corsi, confrontarsi, sentirsi accolti.
Le attività della settimana prevedono momenti di studio, convivialità e riflessione, e sono arricchite da corsi ricreativi pomeridiani, tra i quali il corso di musica d’insieme School of Rock, appunto.
“Con la cultura non si mangia.”
Abbiamo fatto il verso a questo famoso detto, costruendo una stagione 19.20 che dimostrasse il contrario. Portando avanti con ferma convinzione l’idea che la cultura è fondamentale per la vita dell’essere umano come lo è il nutrimento fisico.
Noi siamo la nostra cultura: siamo il risultato del luogo in cui nasciamo, dell’ambiente che ci circonda, di quello che scegliamo di vedere, di ascoltare. Siamo gli ideali che decidiamo di abbracciare e per cui ci battiamo.
Siamo quello che scegliamo di vivere.
Qualsiasi siano i libri che leggiamo, i film che vediamo, gli spettacoli a cui assistiamo, i concerti a cui andiamo, al compimento di ogni scelta aggiungiamo un tassello alla nostra unicità.
Nonostante la cultura sia il centro della nostra essenza, oggi non è scontato investire in cultura, perché spesso non se ne vede “l’utilità”.
Alla luce di questo ragionamento, si può pensare con un certo grado di ragionevolezza che supportare la cultura sia – almeno adesso, nel XXI secolo – un atto di coraggio. O di fede.
Ma se fosse un modo per guardare lontano?
“Se gli spettatori non vanno a Fucina, Fucina va dagli spettatori” semicit.
Per poter stare assieme durante questa quarantena – e per poter permettere a coloro che non hanno mai visto una produzione originale di Fucina Culturale Machiavelli di assistere ai nostri spettacoli passati – è nato FUCINAFLIX, il nuovo format online di Fucina.
Eccole qui, le nostre quattro chiacchiere.
Ti piace vincere facile? Così recitava lo slogan dei gratta e vinci di qualche anno fa.
Se fosse possibile vincere facile, però saremmo tutti multimilionari e passeremmo i giorni sul divano a guardare documentari sulle balene azzurre su Netflix.
Noi il modo per passare le giornate così ancora non lo abbiamo trovato, ma Carlo “Charles” Ponzi per un bel periodo della sua vita diciamo che non se l’è passata male. Neanche i dirigenti megagalattici di Herbalife, a dire il vero. E se su Netflix avete visto “Betting on zero” sapete di cosa stiamo parlando.
Noi possiamo proporvi uno spettacolo teatrale sulla sua vita. A Verona, a Fucina Culturale Machiavelli.
Di e con i Regina MAB.
13 dicembre: la data preferita da tutti i veronesi. Giorno di tradizione e calore, di sorrisi e affetto famigliare.
Per festeggiare l’inizio delle feste e completare quell’atmosfera natalizia che già si respira in centro a Verona grazie alle bancarelle di Santa Lucia, l’Orchestra Machiavelli ha deciso di aggiungere magia con un concerto di Natale in una Chiesa centralissima dallo stile barocco: la chiesa di San Nicolò all’Arena a Verona.
Sono numerose le creature terribili rappresentate nell’arte. Lorenzo Soave, con un racconto per immagini affronterà il terrore in tutte le sue forme.
Con L’Asta del Santo si ride. Ma anche si gioca. Ma anche si partecipa attivamente. L’Asta del Santo è uno spettacolo interattivo a tutti gli effetti, dove anche il pubblico deciderà le sorti di chi è in scena.
In scena ci sarà un uomo che sta per intraprendere il suo percorso di santificazione e un aiutante che lo accompagnerà durante tutta la strada da percorrere. In platea ci saranno coloro che decideranno le sorti di quest’uomo: gli spettatori.
A inizio serata avverrà una distribuzione iniqua del denaro, che si baserà sul Santo Culo di ognuno. E poi? E poi si scoprirà tutto a mano a mano, una carta alla volta, in un gioco di improvvisazione tra attore e pubblico in sala.
Hai sempre sognato di partecipare ad uno spettacolo teatrale? Sei lontano dal palcoscenico da qualche tempo e l’idea di calcarlo ancora risveglia la tua passione più profonda?
Ottimo! Perché l’aiutante in scena lo stiamo cercando tra voi! Apriamo quindi ufficialmente una call! Read More
Domenica 3 novembre, sotto una pioggia battente, si è aperta la terza stagione de La Fucina dei Piccoli, la nostra stagione di teatro per bambini e famiglie a Verona: per iniziare a saziare la #FamediSpettacolo di grandi e piccoli abbiamo avuto ospite lo storico Teatro del Buratto che – con i suoi quarantaquattro anni di storia – ha fatto sold out.
Mercoledì 30 ottobre siamo stati ospiti della Sala Arazzi di Palazzo Barbieri assieme all’Assesore alla Cultura Francesca Briani per la conferenza stampa di lancio della stagione teatrale 19.20.
Sara e Stefano, fondatori di Fucina e direttori artistici rispettivamente del teatro e della musica, hanno raccontato i motivi per cui hanno deciso di orientarsi su un tema come #FAME, illustrando i titoli in cartellone sia della stagione adulti che della stagione di teatro per bambini.
Del filo conduttore abbiamo parlato lungamente nelle scorse settimane, spiegando come la #FAME che Fucina vuole soddisfare sia legata alla necessità di saziare gli spiriti più affamati di cultura, di nutrirne le menti, di soddisfarne gli appetiti. Un tema che strizza l’occhio, solo per farne una parodia, al famoso motto “con la cultura non si mangia”, volendo invece spingere gli spettatori a non lasciarsi illudere da un senso di finta sazietà, fatto perlopiù di noia.
#FAME è il manifesto della nostra impresa culturale, nata quattro anni fa e giunta alla sua quinta stagione proprio per nutrire il territorio veronese con una proposta culturale ricca e variegata.
Roberto Rizzini era un talentuoso musicista polistrumentista morto prematuramente. In suo onore, l’associazione veronese BogOn organizza per il secondo anno consecutivo una rassegna musicale che vuole promuovere e sostenere nuovi talenti artistici, incentivando la scrittura e la produzione musicale, e gli arrangiamenti di qualità. Il Premio Roberto Rizzini si terrà in Fucina Culturale Machiavelli sabato 16 novembre alle ore 21.00. Read More
Chi l’ha detto che tutti i lupi sono cattivi? E che tutte le coccinelle portano fortuna? Che i draghi fanno paura? E chi l’ha detto che i tori non possono volare?
C’erano una volta un lupo buono che desiderava tanto avere dei cuccioli, un drago spiritoso, una coccinella malvagia e… due tori con le ali! La storia che sarà raccontata guarda nel profondo del cuore, senza fermarsi alle apparenze, senza leggere il mondo attraverso quelle fastidiose etichette che troppo spesso mettiamo addosso alle persone oppure, ci sentiamo addosso noi stessi. Chi l’ha detto che Mattia è monello? E che Chiara sia troppo timida e impacciata? Forse non “sono” in un modo solo, ma al contrario, contengono dentro di sé tanti modi di essere, tutti insieme. Read More
Fucina Culturale Machiavelli, secondo la propria mission, vuole promuovere la composizione contemporanea indicendo con questa call per compositori la possibilità di scrivere le musiche di scena per lo spettacolo, realizzato in collaborazione con la compagnia teatrale Caesura Teatro che ne curerà il testo e la regia; le musiche verranno eseguite dal vivo per le recite programmate, registrate per le repliche future.
La musica dovrà accompagnare delle scene e, lavorando in squadra con drammaturgo e regista, sarà possibile pensare a scene coreografate o cantate dagli attori.
Per prima cosa, non puoi essere un artista se non hai un po’ di fame. D’altronde, lo sappiamo, con la cultura non si mangia, quindi se di cultura vuoi campare, un po’ affamato lo sei per forza.
Ok, scherziamo. Non è di questa fame che stiamo parlando. Read More
Lo scorso weekend si è classificato come molto impegnativo ma assai soddisfacente per la nostra Orchestra Machiavelli, in concerto a Verona e Padova assieme al violinista solista Davide De Ascaniis.
Il 13 settembre siamo stati ospiti per il terzo anno consecutivo al Festival internazionale di musica Settembre dell’Accademia, organizzato dall’Accademia Filarmonica di Verona.
Con una scaletta prestigiosa ci siamo esibiti nella cornice della Basilica di San Zeno assieme al violinista Davide De Ascaniis, che ha sfidato Niccolò Paganini nel suo “Concerto per violino e orchestra n.2”. I musicisti sono stati diretti dal giovane maestro veronese Leonardo Benini. Read More
14 settembre 2019
Ore 21.00
Chiesa di Santa Caterina, Padova
Orchestra Machiavelli
Davide De Ascaniis, violinista solista
Leonardo Benini, direttore
Programma:
Alessio Manega, Kutula per orchestra
Niccolò Paganini, Concerto per violino e orchestra n. 2 in si minore Op. 7 “La campanella”
Igor Stravinskij, Pulcinella (suite da concerto)
Albert Markov, Rapsodia per violino e orchestra n. 3 (da Porgy and Bess di George Gershwin) Read More
18 luglio 2019
ore 21.15
Villa Borgognoni Tommasi, Sandrà, Castelnuovo del Garda
19 luglio 2019
ore 21.15
Parco della Motta, San Bonifacio
Orchestra Machiavelli
Direttore Giancarlo Rizzi
riscrittura musicale Alessio Manega
drammaturgia e regia Sara Meneghetti
assistente alla regia Teresa Pallaver
Annapaola Pinna, soprano, Leonora
Tommaso Rossato, tenore, Manrico
Cüneyt Ünsal, baritono, Conte di Luna
Sabrina Carletti, narratrice, Azucena
una produzione
Fucina Culturale Machiavelli / Amici di Oberto
La celebre opera di Verdi, Il Trovatore, messa in scena in una versione spettacolare Read More
Si è conclusa la stagione 18.19 di Fucina Culturale Machiavelli e vogliamo ringraziare chi ci ha sostenuto e accompagnato nel corso del nostro tour nelle CITTÀ VIVIBILI!
Con l’ultimo appuntamento di domenica 3 marzo si è conclusa la stagione 2018.19, la quarta dalla nascita di Fucina Culturale Machiavelli. Alla fine del quarto anno di attività ci sembra doveroso condividere con la città quanto raggiunto, anche in termini puramente numerici, nell’ultimo anno.
Operatori culturali, amministratori pubblici e Fondazioni private si interrogano su come valutare l’effettivo impatto sociale e culturale di start up e imprese culturali operanti su un territorio. I criteri non possono essere gli stessi di un’impresa for profit, ma devono tener presente delle premesse cooperative di realtà culturali nate per generare lavoro in un settore complesso e delicato come quello dell’arte e dello spettacolo. Vero è che Read More
Iscriviti e diventa Spettatore Artistico! Vedremo insieme alcuni spettacoli e sceglieremo il migliore da inserire nella prossima stagione!
E per chi partecipa una tessera Membership in regalo, che darà diritto ad uno sconto su tutti gli spettacoli della stagione 19.20!
Avrà una finalità benefica l’evento in programma per il prossimo venerdì 31 maggio presso il Teatro Filarmonico di Verona organizzato da A.NA.VI. Onlus – Associazione Nascere per Vivere Onlus Read More
Lo scorso 26 aprile ha debuttato Marcio Nuziale, lo spettacolo prodotto dal Teatro Scientifico / Teatro Laboratorio in collaborazione con Fucina Culturale Machiavelli. Siamo molto felici di questa collaborazione, con un teatro storico di Verona che quest’anno compie i suoi cinquant’anni di attività!
Lo spettacolo, scritto per l’occasione Read More
La start-up culturale Fucina Culturale Machiavelli propone il ciclo di concerti di musica da camera “Le Partiture Parlanti”
Nella città di White Noise City la musica è il più grande dei crimini e tutti gli strumenti sono stati tarati per suonare oltre la soglia di udibilità umana. Con questa premessa la rassegna di musica da camera “Le Partiture Parlanti” vuole avvicinare anche i più scettici alla musica classica, mettendo al centro alla stessa partitura musicale, che prende voce e si racconta, parlando di sé e di un mondo distopico in cui la musica è fuorilegge.
Come portare nuovo pubblico ad apprezzare autori come Schubert, Shostakovic, Britten o Monteverdi? Come raccontare la musica in modo tale che appassioni e che venga compresa anche dai non addetti ai lavori? Read More
Altro weekend intenso dalle parti di Fucina: abbiamo iniziato ballando al ritmo della World Music di Elhzo, ci siamo scatenati (ma con garbo) vedendo Schubert e gli Iron Maiden flirtare con la morte in The Death and the Iron Maiden e infine abbiamo sognato con la danza e il teatro di A sbagliare le storie di Alberto Munarin.
Venerdì 18 gennaio il palco di Fucina si è tinto con le note di colore della World Music e dell’Afro Jazz portate da Elhzo e dalla sua band in un concerto carico di ritmo e di energia!
Il triangolo amoroso Schubert – Iron Maiden – Morte interpretato alla grande dal #QuartettoMachiavelli. Tanti i fans (non sappiamo bene di chi dei tre) accorsi in teatro, emozionati dalle note del quartetto d’archi più rock che ci sia.
Le favole di Gianni Rodari come filo conduttore di uno spettacolo emozionante e coinvolgente. Danza + teatro + interazioni video + merendona offerta da InLingua = #SoldOut
Chiudiamo la carrellata fotografica degli spettacoli di Dicembre un Fucina con alcuni scatti del concerto The Lord of The Strings, degli spettacoli per La Fucina dei Piccoli Cattivini e Il Ponte dei Colori e della proiezione del film Il Vangelo, in collaborazione con Are We Human, Circolo del Cinema e Bridge Film Festival.
Il 15 dicembre il palco di Fucina è tornato ad essere la “casa” della nostra Orchestra Machiavelli. Per l’occasione i nostri intraprendenti giovani musicisti si sono confrontati con l’immaginario creato da Tolkien e ci hanno traghettato nelle magiche atmosfere delle brughiere inglesi.
Una domenica pomeriggio coloratissima per i piccoli spettatori de La Fucina dei Piccoli grazie allo spettacolo Il Ponte dei Colori della compagnia Attori&Attori. La storia di Gigi ci ha fatto viaggiare in un mondo incantato, e la merenda offerta dal nostro partner Inlingua ha allietato ulteriormente il pomeriggio insieme.
Grazie a una super collaborazione con Are We Human, Circolo del Cinema e Bridge Film Festival il 18 dicembre abbiamo avuto il piacere di ospitare Pippo Delbono, che ha aperto in esclusiva la proiezione del suo film Vangelo.
Il 17 dicembre, all’interno della rassegna Non Solo Shakespeare dedicata agli studenti delle scuole superiori e organizzata dal Teatro Stabile di Verona ,è andato in scena al Cinema Teatro Alcione “Fake is the New Real”, spettacolo di nostra produzione.
Per chiudere il 2018 in allegria, il pomeriggio di domenica 23 dicembre ci siamo dati alla monelleria, con il cabaret-concerto per bimbi monelli “Cattivini” di Kosmocomico Teatro. Per tutti i nostri giovani spettatori, sia buonini che cattivini, gli appuntamenti con La Fucina dei Piccoli riprendono dal 20 gennaio con “A sbagliare le storie”.
Ad Ignavia, le strade non hanno nomi. Talvolta invece ne hanno più d’uno, scritti su cartelli inchiodati uno sotto l’altro, man mano che le autorità incaricate della toponomastica cambiavano idea. Ad Ignavia alcuni circolano sul lato destro, altri sul sinistro. Qui è possibile avere un paio di mogli e due o tre mariti, dal momento che a Ignavia è sempre possibile non scegliere. Nella città di ignavia non ci sono mai code davanti ai banconi delle gelaterie. Ad Ignavia si tengono ancora le elezioni, ma vengono salutate come una festa folkloristica, un ricordo dei tempi in cui la libertà di non scegliere non era ancora il valore più sacro e inviolabile. Ad Ignavia, chi assiste ad un reato può scegliere di denunciare o meno, nessuno è costretto a fare qualcosa che non si sente di fare. Nella città di Ignavia non ci sono conflitti irrisolti, perché ognuno se li risolve da sé, privatamente. Nessuno può imporre la propria volontà a nessun altro, né i padri ai figli, né i datori di lavoro ai dipendenti, non ci sono schemi, quindi non ci sono devianze: perciò la più bella e sconvolgente conquista di Ignavia è la radiazione della psichiatria dall’albo delle scienze.
Confusione, Londra maggio 2017.
Foto di Elisabetta Cunegatti
STAMATTINA SUL LAGHETTO DI FRONTE ALLA STAZIONE DI TRENTO
2018/Racconto breve di Francesco Lavagnoli
Stamattina sul laghetto di fronte alla stazione di Trento ho visto dei germani reali.
Galleggiavano a gruppi vicino alle sponde. A breve sarebbe passato qualcuno a gettar loro del pane vecchio.
Mentre me ne stavo a guardarli con le mani in tasca, una femmina del colore della terra è uscita dall’acqua.
Era inseguita da tre maschi, uno di questi era albino. La femmina ha ondeggiato per pochi metri poi si è
stesa sull’erba bagnata. I tre maschi l’hanno subito circondata. Quello che sembrava essere il più deciso, le
è salito sopra e ha cominciato a darsi da fare. Intanto gli altri lo beccavano sul collo verde o gli strappavano
le piume dal petto. Lo infastidirono così tanto che dovette smettere e cominciò a sbattere le ali contro
l’altro germano, quello normale. A quel punto l’albino provò ad approfittarne ma la femmina lo rifiutò. Si
gettò in acqua, alzando piccole onde irregolari. Sono rimasto a guardare i tre maschi che bisticciavano
quando è passata una signora. Mi doveva aver osservato da un po’ perché sorrideva divertita. Ho
bofonchiato qualcosa per giustificarmi, per non fare la figura del guardone. Lei, da dietro gli occhiali, mi ha
lanciato un’occhiata complice, come se avesse capito tutto. Eppure io non ho compreso fino infondo se
stesse ridendo dei germani oppure di me, che stavo ancora lì con le mani in tasca.
MIGRATION QUOTIDIENNE
2017/Poesia di Elisabetta Cunegatti
Je traverse un Kandinskij de banlieue
où les fenêtres des HLM sont carrés asymétriques,
pschitt jaunes les fleurs au printemps.
Volets fermés en carrés rouges,
volets ouverts en carrés blancs.
Sur un fond gris et bleu de nuages
façades brodées d'échafaudages
sourient métalliques au soleil.
Ainsi chaque matin mon voyage
dessine une courbe qui glisse sur les rails.
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Ad Alia ogni mattina, ti svegli con il suono di una radio. La calda voce di donna matura all’altoparlante, sarà la tua compagna per tutto il giorno, indicandoti cosa devi fare, dove, a che ora, con che cadenza e con chi. Ad Alia è ammesso un solo fenotipo: carnagione chiara, occhi scuri, capelli castani, corporatura media, in salute, età inferiore ai cinquantanni, buddhista, benestante, etero, pacato, gran lavoratore, amante degli animali, conservatore, tifoso di pallacanestro. La prima cosa che farai alla mattina sarà infatti essere accompagnato in speciali centri dove le anomalie e le devianze verranno immediatamente corrette, se possibile: lì i ricci saranno piastrati, i biondi tinti, i grassi messi a dieta, i liberali rieducati, i nervosi bastonati, i malati guariti, i pigri stimolati, i credenti in una qualsiasi delle vecchie inutili religioni abolite saranno amorevolmente convinti dell’inutilità di un dio in un mondo in cui regna l’ordine assoluto e la strada per il nirvana è aperta davanti ai piedi di ogni uomo e di ogni donna.
Confini, Belfast 2017.
Foto di Elisabetta Cunegatti
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La città che esploriamo ad ottobre è #Marginaria, la città in cui ognuno sta al centro.
Marginaria è uno spazio in cui ognuno è il centro di se stesso e del proprio mondo. Nessuno sta ai margini eppure tutti lo sono rispetto al centro degli altri. Marginaria galleggia sull’acqua, ma nessuno dei suoi cittadini lo sa, perché nessuno ha mai guardato oltre i bordi. Sta su una piattaforma isolata termicamente, sotto una cupola isolata acusticamente. A Marginaria non piove. L’acqua viene incanalata dal cielo attraverso tubi che fungono da depuratori e che arrivano direttamente nelle case delle persone. Così avviene per il cibo. Ognuno è autosufficiente. Ognuno è perfettamente felice e soddisfatto. Il sistema idrico e fognario di Marginaria è improntato alla massima efficienza, e gli scarichi finiscono nel mare, su cui la città galleggia, beatamente, senza sentirne l’odore. Difficile entrare a Marginaria da turisti ma, una volta dentro, il senso di appagamento è tale che non la si vorrebbe mai lasciare. Vieni a farti un giro?
Cosa ce ne faremo di tutto questo futuro, New York 2017.
Foto di Elisabetta Cunegatti
Ognuno è un’architettura
2018, Racconto breve di Michele Anelli Monti
……………………………………..ogni persona è in sé un’architettura
muri di sentimenti, pensieri, ambizioni,
abitati di persone e mobili immaginari
………………………………………..mentre li attravesto con lo sguardo
vedo nelle loro parole i luoghi, i paesaggi, frammenti di menti.
Che si possono sempre osservare come da finestre senza battenti.
………………………………………….come è diverso l’interno dall’esterno
Tra Pilastri di etica e leggi, com’è fragile l’animo dell’uomo.
Curvo nel chiacchiericcio ipnotico dei ninnoli sulle mensole.
…………………………………………quanti cadranno sotto le intemperie
…………………………………………nella solitudine del tempo che incede?
L’amore graffitato, sopra di un muro rosa di banca, non accende più
la luce, in nessuna casa e niente brilla e niente ha valore se non si vede
E continuiamo a inscatolare, tutto ciò che è importante davvero, per paura di perderlo.
ciao
COMMUTING SOULS
2017, Poesia di Elisabetta Cunegatti
I used to look at my life from the outside
hanging in the tube as in silent disco meetings.
Weaving with the train
floating with the others,
it makes such a busy crowd of jellyfishes.
Every Monday morning
it’s an aquarium with no free seats.
I looked at my soul from above,
I found it liquid, it looked so thin,
no complaints, pure presence.
And you,
would you look at your life from the outside,
would you dare to look it in the eyes?
do you fancy yours and are you proud of it ?
would you mind exchanging for a bit ?
Struttura Cromatica.
Illustrazione di Nicolò Ferrarese
Il confine
2018, racconto breve di Francesco Lavagnoli
Il paese degli animali cresceva nella verde pianura come il grano dorato, lo dividevano dal resto del mondo il grande fiume e la vecchia ferrovia. Per anni, forse secoli addirittura, nessuno si era azzardato né ad attraversare il pigro e sinuoso corso d’acqua né a prendere il vecchio treno che compariva e spariva sferragliando all’orizzonte.
A Gatto ciò non era mai andato giù – Ma si può essere più chiusi di così? – si lamentava col suo amico Cane – Nessuno che abbia mai pensato di abbandonare questa città! – Intanto, aprendo le zampe, indicava le case color panna e innervosito scalciava il selciato alzando un gran polverone.
– Lo sai che i grandi non vogliono che usciamo dai confini del paese. Dicono che, oltre la ferrovia, ci siano animali strani, pericolosi, che potrebbero addirittura rapirci – diceva Cane, con la lingua a penzoloni.
Al solo pensiero di Nutria che ripeteva quella storia a Gatto gli si drizzava il pelo – Eh no, caro mio, a marcire in questo dannato limbo proprio non ci sto! – soffiò queste parole con rabbia e determinazione. Prese un sasso e lo lanciò oltre la linea scintillante dei binari.
Cane guardò la pietra che volava, gli sembrava muoversi a rallentatore. Continuò a fissarla finché non atterrò oltre il confine e si stupì nel sentire la sua coda scodinzolare.
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Ecco alcune foto degli spettacoli del weekend appena concluso nel Teatro di Fucina Culturale Machiavelli.
Sabato 24 novembre 2018 la sala di Fucina Culturale Machiavelli si è riempita per il concerto del Tour Europeo di Gonzalo Bergara Quintet. Uno spettacolo che ha visto incrociarsi il Gipsy Jazz di Django Reinhardt e il tango di Astor Piazzolla. L’argentino Gonzalo Bergara ha incantato la sala piena insieme al suo quintetto, i bravissimi Andrea Todesco alla chitarra ritmica, Matt Holborn al violino, Pete Thomas al contrabasso e Maximiliano Bergara scatenato al cajon.
Grazie a tutto il pubblico di Verona e delle città limitrofe accorso in via Madonna del Terraglio per questo evento unico e grazie agli artisti per averci tenuti con il fiato sospeso per una serata dal sound internazionale e dall’atmosfera sudamericana ed europea allo stesso tempo. Un concerto che Verona non dimenticherà presto.
Giovedì 22 novembre l’affermata compagnia Ateliersi, che da anni gira l’Italia con i suoi spettacoli sui più stringenti temi d’attualità, ha portato nel Teatro di Fucina Culturale Machiavelli, l’ex Centro Mazziano a due passi da Ponte Pietra, il suo “Isola e Sogna”, spettacolo teatrale in forma di concerto elettronico sull’isola di Lampedusa e in particolare sulla figura di Giusi Nicolini, Sindaco della città fino al giugno 2017.
Questo spettacolo ha sancito la collaborazione tra due realtà off veronesi, Are We Human e Fucina Culturale Machiavelli, che continueranno a collaborare per altre serate nel corso della stagione teatrale 2018-2019 di Fucina.
Domenica 25 novembre la sala teatrale di Fucina si è riempita di piccoli ospiti con le loro famiglie che, numerosissimi, hanno scelto di passare una domenica pomeriggio all’insegna dell’immaginazione e delle storie da raccontare.
I bravissimi attori, regista e tecnici di Stivalaccio Teatro ci hanno trasportato nel mondo delle fiabe grazie a due bimbi che per proprio sconfiggere la paura hanno deciso di raccontarsi e raccontare ai piccoli spettatori in platea alcune storie spaventose… anche se solo in apparenza.
Per altre serate speciali come queste, continuate a seguire la nostra stagione 2018-2019 e La Fucina dei Piccoli!!
A presto!
Lo scorso finesettimana in Fucina abbiamo avuto degli ospiti meravigliosi.
Sabato 17 novembre la coppia di virtuosi Richard Stoltzman e sua moglie Mika Stoltzman ci hanno fatto viaggiare con la loro musica, da Mozart a Piazzolla.
Domenica Valeria Perdonò con il suo Amorosi Assassini e la musica dal vivo di Marco Sforza ci hanno raccontato alcune storie vere, fatto ridere, fatto stringere lo stomaco, parlando di cose che ci riguardano, anche se pensavamo di no.
Ancora tanti concerti e spettacoli di teatro nelle prossime settimane (scopri il concerto di Gonzalo Bergara, sabato 24 novembre 2018).
Continuate a seguire la stagione 2018-2019 in Fucina!!!
Fake is The New Real per gli studenti delle superiori!
Sei un professore o una professoressa delle scuole secondarie di primo e secondo grado?
Porta i tuoi studenti a vedere Fake is The New Real, la produzione di Fucina sulle trappole del web selezionata per la rassegna Non solo Shakespeare del Teatro Stabile di Verona.
Scuola secondaria di I° (dalla 3° media) e II° grado – Ingresso 7 Euro – durata 1’10
seguirà dibattito sui temi dello spettacolo
Guarda il trailer dello spettacolo >
Che differenza c’è tra una notizia falsa e una vera? Nessuna. Anche le notizie false cambiano il mondo.
Protagonista dello spettacolo è l’Algoritmo, che si fa amorevolmente carico delle ansie dei solitari viaggiatori del web. L’algoritmo sa tutto di te, ti conosce come nessun altro, conta i tuoi passi, cattura la tua attenzione. I personaggi, intrappolati nella bolla d’attenzione che costruisce per loro un mondo speculare, a misura dei loro desideri, cercano una qualche verità che sveli i meccanismi nei quali sono immersi, senza riuscirci.
Il loro girovagare nel web sarà familiare ai giovani nativi digitali: su internet visitiamo credendoci non visti luoghi-negozi che ci osservano, abitiamo case-palcoscenici dove solamente chi la pensa come noi ci è proposto come pubblico, frequentiamo librerie ed edicole di cui ci fidiamo ciecamente, perché confermano senza sosta la bontà della nostra opinione.
Lo spettacolo nasce da un’idea: internet, prezioso azzeratore di distanze, biblioteca universale, informatore instancabile e foro democratico, deve trovare dei viaggiatori attenti per raccoglierne tutto il valore e le potenzialità senza restare intrappolati nella sua rete. Questo perché la tentazione di scambiare il virtuale col reale è sempre più forte e, probabilmente, un nostro rovinoso punto debole.
Per partecipare scrivi a progetti@teatronuovoverona.it
drammaturgia Sara Meneghetti | regia Mirko Segalina | proiezioni Mirko Segalina | scene Marilena Fiori | con Anna Benico, Sabrina Carletti, Mirko Segalina, Stefano Zanelli | compagnia Scena Machiavelli
Parliamo della stagione 2017-2018 di Fucina. Abbiamo già condiviso questi dati con i nostri sostenitori e partner ma abbiamo pensato che sarebbero stati interessanti anche per voi, che in fondo siete i nostri sostenitori numero uno!
Scarica la relazione di fine stagione 2017-2018
#DoveNonSiamoMaiStati è stato il claim della stagione, ma anche una dichiarazione di intenti: quello di esplorare contaminazioni musicali, scoprire nuove realtà, sul territorio veronese e nazionale, aprirsi a nuove collaborazioni e confermare una direzione già intrapresa negli anni scorsi.
Con ben 26 appuntamenti di teatro e musica, nella stagione 2017-2018 Fucina Culturale Machiavelli si conferma come incubatore di idee e vera e propria fucina di talenti oltre che motore sociale: 120 professionisti regolarmente assunti, per un totale di 395 giornate lavorative spese sul territorio veronese.
Grande successo hanno avuto le due principali rassegne di teatro #PaesaggiUmani e di musica #PaesaggiSonori che ha avuto come protagonista l’Orchestra Machiavelli, impegnata in produzioni che hanno spaziato dalla musica classica, unita alla letteratura, a generi musicali di strada come il beatboxing di Andrea Cimitan aka NME. Inoltre per la prima volta l’orchestra si è confrontata con un’opera, Il Telefono di Menotti.
Una delle novità di quest’anno è stata la rassegna di teatro per bambini e ragazzi La fucina dei Piccoli. Con la direzione artistica dell’associazione veronese Caesura Teatro, ha portato in scena, in cinque appuntamenti, storie classiche e inedite, fiabe rivisitate e spettacoli teatrali su misura di bambini e ragazzi, che ha riscosso un grande successo di pubblico anche per la particolarità della commistione tra teatro e musica dal vivo. Un’altra collaborazione è stata con Ippogrifo Produzioni, gli ideatori di OperaForte, che hanno curato la direzione artistica della rassegna di cinema #PaesaggiVisivi, elaborando una selezione di film cool&cult per una versione invernale di OperaForte in Fucina.
L’ultima novità di quest’anno è stata la formazione: una proposta di workshop e laboratori con la collaborazione di varie realtà. Un workshop per attori con i ragazzi di Generazione Disagio, e un workshop di danza contemporanea, tenuto dalla compagnia veronese MuZo Dance Theatre. La novità di più ampio respiro è stata però il laboratorio di critica teatrale “Comunicare la cultura nei nuovi media”, che ha avviato un’importante collaborazione con l’Università di Verona e ha visto la partecipazione di docenti delle principali testate nazionali dedicate al teatro: Teatro e Critica, Krapp’s Last Post, Doppiozero, fattiditeatro, Radio3.
+4000 SPETTATORI TOTALI
+2500 SPETTATORI SOLO NELLA NOSTRA SEDE
7 SPETTACOLI SOLD OUT
Quest’anno inoltre Fucina Culturale Machiavelli è inoltre entrata a far parte della rete teatrale Mind The Gap, cui fa capo la scuola di teatro Paolo Grassi di Milano, ed è diventata partner di Torino Fringe Festival. Oltre a questo la stagione 17.18 ha reso possibile attorno al teatro di Fucina la nascita di nuove reti sul territorio di Verona. Di seguito alcuni nomi di Associazioni teatrali e non solo di Verona che hanno curato con noi la direzione artistica di progetti realizzati in Fucina, o sono state ospiti con produzioni proprie: Caesura Teatro, Ippogrifo produzioni, Mitmacher Teatro, Bam Bam Teatro, Attori & Attori, MuZo Dance Theatre Company, Lino’s & Co.
Alla luce di tutto questo, un enorme grazie va a tutti i sostenitori che hanno saputo credere in noi, nella cultura come valore e possibilità di crescita sociale, e nell’impresa giovane come creatrice di reddito e motore di sviluppo per la nostra città.
GRAZIE!
Angela ha svolto la sua esperienza di Alternanza Scuola Lavoro tra giugno e luglio 2018 nel teatro di Fucina Culturale Machiavelli.
Angela.
Ho 17 anni e ho finito la quarta superiore.
Frequento il Nuovo Liceo Artistico Statale Nani-Boccioni.
All’inizio pensavo fosse una cosa inutile, poi ho capito che serve per la propria esperienza.
Perché frequentando l’indirizzo di scenografia il teatro di Fucina Culturale Machiavelli rappresenta al meglio il mio indirizzo scolastico. Ho voluto fare un esperienza inerente al mio percorso scolastico per chiarirmi le idee sul mio futuro universitario. L’alternanza scuola lavoro mi sta aiutando a capire se continuare un percorso universitario inerente al teatro e al cinema o cambiare strada. La complessità di gestire un’associazione teatrale è sempre stato fuori dai miei schemi lavorativi, ma il fatto di poter vedere da vicino come funziona la direzione di un teatro, la regia di uno spettacolo e l’organizzazione generale nel complesso è interessante e istruttivo, soprattutto dal punto di vista artistico teatrale.
Stavo cercando un luogo dove fare stage e, grazie a Google Maps, ho trovato Fucina Culturale Machiavelli. Come consigliato da una professoressa del mio istituto, ho cercato i vari teatri veronesi contattandoli senza successo, finché non ho trovato il teatro Fucina Culturale Machiavelli.
Ho svolto montaggio video, attività amministrative, scrittura e layout di articoli per il sito web, riordinato e catalogato materiale tecnico e di scena, assistito alle prove generale dello spettacolo estivo, caricato video sui social di Fucina e sul sito web del teatro, messo a posto la rassegna stampa, aiutato a scrivere le richieste di membership e sistemato le foto dei vari spettacoli e concerti. Ho utilizzato i programmi della suite di Adobe, WordPress, per la creazione del sito web, e i programmi di scrittura di Office.
Dell’Alternanza Scuola Lavoro fatta in teatro mi rimarrà sicuramente la difficoltà nel mandare avanti una associazione teatrale senza l’aiuto dello Stato, la determinazione per non smettere mai di voler realizzare i propri sogni, l’impegno che bisogna impiegare per ottenere ciò che si vuole.
Consiglierei di scegliere un luogo coerente al proprio indirizzo scolastico che piaccia e che sia utile per poter decidere al meglio quale strada intraprendere per il proprio futuro.
Pietro ha svolto la sua esperienza di Alternanza Scuola Lavoro nel periodo di luglio 2018 nel teatro di Fucina Culturale Machiavelli. Lo spazio dell’ex Centro Mazziano si trova proprio sotto il suo Istituto Don Nicola Mazza.
Pietro.
Ho 17 anni e quest’anno ho finito la quarta superiore.
Frequento il Liceo Scientifico all’istituto Don Nicola Mazza.
Subito ho pensato che fosse una rivoluzione nel mondo della scuola, poi ho capito che sarebbe stata un’iniziativa fantastica se solo il governo italiano, come al solito sbagliando, non la avesse resa obbligatoria. Incrocio le dita perché per la prima volta il progetto di Alternanza Scuola Lavoro sarà parte dell’orale dell’esame di maturità per me e tutti gli altri studenti del mio anno.
Ho scelto di fare Alternanza Scuola Lavoro nel teatro di Fucina Culturale Machiavelli perché ho voluto provare un’esperienza in un ambiente giovane, moderno e alternativo. Inoltre mi ha sempre appassionato il “dietro le quinte” delle cose, e scoprire e prendere parte a tutti i tasselli che compongono Fucina Culturale Machiavelli e le produzioni del loro teatro è stato molto interessante e stimolante.
Ho conosciuto Fucina Culturale Machiavelli perché la loro attività si sviluppa nell’Ex Cinema-Teatro Don Mazza, utilizzato anche come aula magna della mia scuola. Ancora prima di iniziare Alternanza Scuola Lavoro mi facevo aiutare da Fucina nel gestire le assemblee d’istituto in teatro dal punto di vista tecnico, di cui sono il responsabile.
Ho svolto montaggio di video promozionali, attività amministrative, aiuto tecnico audio, luci e video durante gli spettacoli, scrittura e layout di nuovi contenuti per il sito web, riordinato e catalogato tutto il materiale tecnico e di scena di Fucina. Ho inoltre imparato a utilizzare Adobe Premiere Pro, il software per il montaggio video della suite di Adobe, WordPress, per la costruzione del sito web di Fucina Culturale Machiavelli, e tutte le apparecchiature per la gestione audio, luci e video del teatro.
Sicuramente l’aver provato una nuova esperienza lavorativa e l’aver capito come funziona una associazione culturale no profit, come è Fucina Culturale Machiavelli, e vivere il teatro da un punto di vista diverso da quello dello spettatore rimarranno sempre nella mia memoria.
Se potessi consigliare a qualcuno cosa scegliere come Alternanza Scuola Lavoro direi di non fare qualcosa strettamente legato all’indirizzo scolastico, ma inerente alle proprie passioni. Vedere un proprio hobby trasformato in un vero e proprio lavoro è molto stimolante e sicuramente influenzerà le proprie scelte future.
Vivi la storia, scrivi il finale. Real Life Theatre è il nuovo concept di teatro esperienziale nato nel fuoco di Fucina Culturale Machiavelli prodotto in collaborazione con il Teatro Stabile di Verona per l’estate 2018.
Dopo il successo di Cecità, spettacolo al buio che ha entusiasmato il pubblico di Verona, nasce Real Life Theatre, un’esperienza site specific per pochi spettatori per volta, che dà la possibilità di vivere una storia nella città di Verona, come mai hai fatto.
Con Real Life Theatre due imprese culturali del territorio di Verona formano un sodalizio per una nuovo format di teatro esperienziale. Il primo spettacolo prodotto è Lancelot, una storia ambientata ai giorni nostri e ispirata al racconto di Lancillotto e Ginevra, del celebre romanzo di Chrétien de Troyes.
La tua presenza può influenzare la storia, le tue scelte decideranno il finale. Come?
Lo spettatore parte dal Foyer del teatro di Fucina Culturale Machiavelli ma poi insegue la storia in luoghi non teatrali, diventando lui stesso un personaggio a cui viene affidato il compito di scoprire un segreto. A lui poi resta la scelta, svelarlo o tenerlo per sé?
testo e regia Sara Meneghetti
con Anna Benico Sabrina Carletti Mirko Segalina Stefano Zanelli
#scenamachiavelli
Dal 22 al 24 giugno
h 18 – 19,15 – 21 – 22.15
massimo 8 spettatori per replica
I biglietti per la tua esperienza di #RealLifeTheatre sono disponibili online qui > .
Per informazioni puoi scriverci, ti risponderemo il prima possibile!
biglietteria@www.fucinaculturalemachiavelli.com
www.reallifetheatre.it
L’Orchestra Machiavelli con Morgan al Festival della Bellezza
L’ Orchestra Machiavelli ha l’opportunità il prossimo 7 giugno 2018 di esibirsi assieme all’eclettico Marco Castoldi, in arte Morgan, sul palcoscenico del Teatro Romano nel contesto del Festival della Bellezza. Le musiche saranno brani del grande poeta Fabrizio De André, uno dei primi autori con cui l’Orchestra Machiavelli aveva scelto di cimentarsi nella prima stagione musicale presso Fucina Culturale Machiavelli, su arrangiamenti di Valentino Corvino.
Il concerto sarà all’interno del Festival della Bellezza, evento che per dieci giorni all’inizio di giugno arricchisce Verona con una serie di appuntamenti imperdibili nel magnifico Teatro Romano di Verona. Il Festival è dedicato quest’anno ai Maestri dello Spirito, e tra di loro ci saranno nomi come Philip Glass, Gino Paoli, Fabrizio Gifuni Umberto Galimberti, Vittorio Sgarbi, Elio e le Storie Tese, Goran Bregovic e appunto Morgan.
Sotto una foto dell’Orchestra Machiavelli al Teatro Ristori, nel concerto Orchestra of Doom prodotto insieme a Whitfield Crane e Andrea Battistoni.
Pur essendo relativamente giovane – è nata a Verona nel 2015 – l’Orchestra Machiavelli vanta già collaborazioni con artisti di fama nazionale e internazionale quali il cantautore Mimmo De Tullio, Whitfield Crane, Andrea Battistoni, Jesse Davis, Richard Stoltzman e Mika Stoltzman. La sua cifra stilistica, sulla linea della direzione artistica di Pietro Battistoni, Stefano Soardo, Rebecca Saggin è l’abbattimento di barriere tra generi musicali, accostando grandi compositori della classicità ad autori della musica contemporanea, jazz, folk e rock.
L’Orchestra Machiavelli entra questa volta all’interno di un grande evento per accompagnare un artista eclettico che il Festival della Bellezza descrive così
<<Cantautore eclettico, dandy irriverente ed eccentrico compositore, virtuoso polistrumentista e uomo di spettacolo, è tra le personalità più affascinanti dello show business, per l’estro, la cultura e l’atteggiamento spregiudicato del corsaro gallese da cui mutua il nome d’arte.>>
Ed ecco una breve presentazione della serata, che non sarà solo un concerto ma un vero e proprio omaggio alla musica del grande cantautore italiano.
<<Verso per verso, nota per nota, il ritorno in volo di una nuvola barocca, rock e sinfonica, epica e lirica.
Evocazioni e rimandi poetici, i vecchi madrigali e le canzoni dei trovatori, gli immaginifici concept album; gli amici fragili nelle feritoie della notte, l’amore che viene e va, o perduto per sempre.>>
Una foto del palco del Festival della Bellezza, in una delle passate edizioni.
Link all’articolo di presentazione dell’evento su l’Arena.it, il 7 giugno 2018 l’Orchestra Machiavelli con Morgan al Festival della Bellezza > Morgan omaggia De André al Festival della Bellezza
Lino’s & Co è uno spazio creativo nel cuore di Verona, quello che si dice tecnicamente un co-working. E’ un posto dove creativi e consulenti del mondo della comunicazione si occupano di progettazione grafica, web, fotografia, video e consulenza marketing e strategica non solo con un’ottica di compresenza ma anche di collaborazione e scambio.
All’interno del co-working sono nati anche un laboratorio di stampa tipografica e un FabLab dove – dice il sito di Lino’s – “sperimentare, sporcarsi le mani e scoprire cose nuove”. E il volto di Lino’s & Co., con ingresso da vicolo Valle a Verona, è una bottega artigianale, un concept space innovativo che vende prodotti stampati e di design.
Avevamo già conosciuto questa realtà che per qualche mese aveva ospitato gli uffici organizzativi di Fucina, ma che soprattutto ospita uno dei media partner più agguerriti di Fucina Culturale Machiavelli: Salmon Magazine.
Ma il 21 aprile 2018 è successo qualcosa di speciale. All’interno di questo spazio è stato ospitato lo spettacolo di Teatro Clandestino, della stagione 2017.2018 #DoveNonSiamoMaiStati di Fucina. Proprio per onorare l’hashtag della stagione, abbiamo veramente voluto portare il nostro pubblico in uno spazio non teatrale – almeno sulla carta – dove vivere un’esperienza unica. Gli spettatori dovevano prenotare a occhi chiusi e l’hanno fatto a frotte (costringendoci felicemente a organizzare una replica aggiuntiva). L’evento si è rivelato essere una produzione originale di Fucina (chi è curioso può leggere questo articolo sul Teatro Clandestino svelato) che con lo spazio ha dialogato e dallo spazio ha tratto spunto.
L’ambientazione del Teatro Clandestino chez Lino’s & Co. infatti è stata la tipografia clandestina di Hendrik Nicolaas Werkman, stampatore e artista irriverente che ha sfidato la Gestapo durante gli anni dell’occupazione della propria città, dando la vita per la causa della libertà di stampa. Ospite eccezionale dell’evento è stato Alessandro Bombieri, stampatore che ha imparato la nobile arte della tipografia per farne il proprio mestiere (leggi qui la storia di Alessandro Bombieri, stampatore).
La generosità e l’accoglienza dei ragazzi di Lino’s & Co. ci ha spinti a renderli membri onorari di Fucina Culturale Machiavelli, sostenitori a tutti gli effetti della cultura, della creatività e del significato che a noi sta molto a cuore racchiuso in questa frase: “Art begins at the end of the comfort zone“.
Per questo, dopo i molti spettatori affezionati che hanno deciso di aderire, Lino’s & Co. è l’impresa di Verona che inaugura la strada delle Membership Aziendali di Fucina culturale Machiavelli. Sveleremo presto altri dettagli.
Grazie!
Sergio Baietta pianista e direttore principale dell’Orchestra Machiavelli si trova oggi a New York per suonare nel leggendario Blue Note di New York, tempio della musica jazz, insieme a Mika e Richard Stoltzman e a Duke Gadd.
La collaborazione con Mika e Richard Stoltzman è iniziata l’anno scorso, per il concerto al “Settembre dell’Accademia” dove abbiamo vissuto davvero un esperienza stimolante e divertente con l’Orchestra Machiavelli al Teatro Filarmonico di Verona.
Qui sotto un video dal Concerto dell’Orchestra Machiavelli al Settembre dell’Accademia: il concerto per clarinetto di Aaron Copland suonato dal grande Maestro Richard Stoltzman e diretto da Sergio Baietta.
Coosì questa primavera con grande piacere ho accettato l’invito di esibirmi con loro al Blue Note di New York come special guest dove terremo due Gig davvero speciali e divertenti con musicisti raffinati e di alto livello.
Avrò il piacere di esibirmi infatti anche con il bassista Pedro Giraudo, il chitarrista John Tropea e Duke Gadd alla batteria figlio del grande Steve Gadd.
Lavorare a stretto contatto con dei giganti della musica è un privilegio impagabile, non solo per il concerto in sè ma anche per tutti i piccoli accadimenti nel quotidiano prima e dopo la performance, vedere come vivono, come si preparano, assistere da vicino alla loro vita ti fa crescere.
> Qui la pagina dell’evento sul sito del Blue Note di New York
E’ vero, solo pochi mesi fa ho avuto l’occasione di esibirmi in Giappone all’interno di un Concerto di pace dedicato alla celebrazione dei 45 anni di normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Giappone e Cina. In quell’occasione, nel novembre 2017, ho suonato il concerto per piano n.2 di Rachmaninov con la Tokyo Philarmonic Orchestra diretti dal Maestro Lu Jia. Esibirmi all’interno del prestigioso di Tokyo, davanti a duemila spettatori, è stata un’esperienza bellissima.
> A questa pagina un video sul Concerto di Sergio Baietta con la Tokyo Philarmonic Orchestra
Tra le varie cose suoneremo una versione per trio della mitica Rapsodia in blue di Gershwin per clarinetto, marimba e pianoforte davvero originale e speciale, oltre a qualche brano solistico mio e altri arrangiamenti.
Esibirsi al Blue Note, il tempio del jazz mondiale, dove tutti i più grandi Jazzisti della storia vi hanno suonato è un grande onore, e non potrò fare a meno di pensare che su quel palco si sono cimentati Petrucciani, Keith Jarret, Oscar Peterson, Chick Corea solo per citarne alcuni.
Tra l’altro il pubblico è molto vicino al palco e questo rende il concerto magico e intimo.
Sarà una esperienza davvero stimolante ed istruttiva per me, imparerò tantissimo divertendomi! Il fatto poi di non essere un jazzista puro e di trovarmi lì mi fa sorridere.
Siete tutti invitati al Blue Note!
Sergio Baietta, pianista e direttore principale dell’Orchestra Machiavelli, è solo uno dei tanti artisti e professionisti veronesi e non solo che collaborano con Fucina Culturale Machiavelli.
Abbiamo deciso che vale la pena raccontarvi tutte le loro storie!
Alessandro Bombieri fa lo stampatore e ha già collaborato a due bellissimi progetti di Fucina: la stampa in edizione limitata “Art Begins at the end of your comfort zone” data in regalo a chi aderisce alla Membership di Fucina e la partecipazione all’interno dello spettacolo di Teatro Clandestino, nel quale Alessandro ha performato la figura di Hendrik Nicolaas Werkman, artista che gestiva una tipografia clandestina ai tempi dell’occupazione nazista dei Paesi Bassi (e che proprio Alessandro ci ha fatto scoprire).
Proprio in questo periodo sono tre anni. Il mio percorso formativo, in realtà, è un’involuzione. Ho frequentato l’istituto tecnico “G.Marconi” diventando quindi un perito informatico. Stufo dell’inarrestabile sviluppo tecnologico ho deciso di cambiare percorso.
Frequento lo Iusve, precisamente la facoltà di “Scienze e tecniche della comunicazione grafica e multimediale”. Arrivato al secondo anno mi sono trovato davanti alla scelta del tirocinio e, per pura casualità, sono entrato in contatto con Lino’s & Co. nel quale comincio un periodo di apprendimento. Finalmente posso mettere in pratica tutto ciò che ho appreso e inizio a sporcarmi le mani. Da quel momento è nato un percorso irreversibile.
La persona a cui devo tutto ciò che so è Lino Merci, uno stampatore in pensione di Cerro (in montagna, dove sono cresciuto) che fin da subito si è mostrato un maestro eccezionale, non solo come figura d’apprendimento ma come persona.
Da poco più di un anno gestisco il laboratorio di tipografia e legatoria di Lino’s & Co. situato negli spazi della Coop. San Giovanni Calabria in via Gardesane 212, loc. Bassona.
La collaborazione con la Cooperativa è importante perché grazie assieme riusciamo a fare attività di pre-lavoro ed inserimento al lavoro di personae socialmente e fisicamente svantaggiate. I lavori che si affrontano ogni giorno sono i più svariati: dai biglietti da visita alle partecipazioni di matrimonio, dai biglietti per il negozio di Vicoletto Valle 9b ai manifesti come quello stampato per la Membership di Fucina.
Da poco è si è consolidata la collaborazione con l’Università di Verona con la quale, da quest’anno, assisto il maestro Lucio Passerini in un corso sulla stampa tipografica volta alla creazione di un libro composto da poche pagine (l’ultimo consisteva in una raccolta di poesie sulla Grande Guerra in 4 lingue diverse riprendendo autori tra cui Guillaume Apollinaire, John McCrae, Hugo Ball) per la Facoltà di Lingue e Cultura per l’Editoria e, a breve, cominceremo a stampare i diplomi di laurea composti a mano con il carattere Dante disegnato da Giovanni Mardersteig stampati a torchio a leva Albion della fine dell’800.
Alessandro è solo uno dei tanti artisti e professionisti che collaborano con Fucina Culturale Machiavelli.
Abbiamo deciso che vale la pena raccontarvi tutte le loro storie!
Ora lo possiamo dire. Lo spettacolo di Teatro Clandestino della stagione 2017-2018, uno spettacolo teatrale in un luogo segreto a Verona, era una produzione originale della compagnia di teatro di Fucina Culturale Machiavelli. Scena Machiavelli ha fatto vivere, su drammaturgia e regia di Sara Meneghetti, tre storie vere e recenti, anzi quattro, di giornalisti o attivisti per i diritti umani morti per le storie scomode che hanno scelto di indagare, raccontare, mettere su un palcoscenico.
Anna Benico ha dato voce alla fotoreporter iraniana-canadese Zahra detta “Ziba” Kazemi-Ahmadabadi; Sabrina Carletti ha interpretato Natal’ja Estemirova, amica intima e collaboratrice di Anna Politkovskaya, che come lei è stata uccisa forse proprio dallo stesso mandante; Stefano Zanelli ha portato in scena Juliano Mer-Khamis, attore e formatore teatrale, nonché film-maker che ha dedicato la propria vita, fino all’ultimo, ai bambini del campo profughi di Jenin.
Queste tre persone sono state uccise a causa del proprio lavoro negli ultimi quindici anni, e per nessuno di loro sono stati individuati i colpevoli.
Gli affezionati di Fucina già lo sanno. Non è la prima volta che vi proponiamo uno spettacolo fuori dalle pareti della nostra casa, il Teatro ex Centro Mazziano di Verona. Già nel 2016 una delle nostre produzioni più apprezzate dai veronesi, lo spettacolo al buio Cecità, ha ricreato la storia del romanzo di Saramago, che gli spettatori hanno vissuto bendati, nello spazio suggestivo di Forte Sofia, un forte austriaco sulle colline della città.
Il Teatro Clandestino va anche oltre. Agli spettatori non è stato rivelato nulla, né il luogo dello spettacolo né il contenuto, fino alla mattina stessa del 21 aprile 2018. L’evento, che ha registrato il sold out spingendoci a programmare una replica speciale aggiuntiva, è iniziato quando gli spettatori hanno ricevuto un sms che spiegava loro di farsi trovare all’ora convenuta “tra le nuvole”, di cercare una ragazza con in mano un fiore rosse e di portare con sé una parola chiave. Niente di facile quindi, come spesso accade negli spettacoli di Fucina, eventi in cui gli spettatori hanno imparato ad aspettarsi di tutto, ma soprattutto ad uscire dalla propria quotidianità per diventare loro stessi protagonisti ed essere catapultati in un altro mondo.
Una volta riusciti a raggiungere il luogo dello spettacolo clandestino, hanno scoperto che questo era il co-working Lino’s Type in centro storico. Si sono ritrovati in uno spazio singolare, in penombra, protetto da saracinesche abbassate dove si intravedevano fotografie, stampe, macchinari d’altri tempi. Qui, è stato spiegato loro che grazie alla loro presenza clandestina, avrebbero potuto assistere ad un evento spazio-temporale unico, l’evocazione della tipografia di Hendrik Nicolaas Werkman, impegnato in pubblicazioni clandestine nella città di Groningen, durante il regime nazista. Qui, hanno potuto vedere all’opera il simpatico fantasma di Werkman, il giovane Alessandro Bombieri, che proprio a Lino’s Type ha imparato e trasformato nella sua professione le antiche tecniche di stampa tipografica.
Dopodiché, spostandosi tra gli spazi inusuali del co-working hanno ascoltato la storia di Ziba (Anna Benico), la fotoreporter arrestata a causa delle foto che stava scattando fuori dalla prigione di Evin, alle porte di Teheran. Ziba era rientrata nella propria patria, l’Iran, dopo una vita passata tra il Canada, dove aveva ricevuto la doppia cittadinanza, e il resto del mondo, per fare il proprio lavoro: fotografare i deboli, gli oppressi, le vittime di ingiustizia.
“Per questo ho scelto la fotografia. Una volta impressa sulla pellicola, la luce riflessa sulla persona passata in quel momento davanti all’obiettivo, la sua sagoma, la sua realtà diventa irrinnegabile”.
da La Verità non si uccide, di Sara Meneghetti
Gli spettatori si sono poi spostati, in soli pochi passi, nel centro di Jenin, uno dei più grandi campi profughi della Palestina. Qui Juliano Mer-Khamis (Stefano Zanelli) ha spiegato come, seguendo le orme di sua madre, ha deciso di fondare un teatro per aiutare i ragazzi e i bambini a trovare un linguaggio alternativo alla violenza della lotta jihadista per portare all’attenzione del mondo e del proprio popolo la loro istanza di libertà. La cosa che ci ha subito attratto di questo attore e regista è il suo credere nell’arte come modello di cambiamento sociale.
Juliano, che si definiva al 100% palestinese e al 100% ebreo, essendo nato da genitori di nazionalità diverse ma uguale visione, è stato ucciso pochissimi anni fa da un uomo con il volto coperto. Gli spettatori del teatro clandestino sono stati suoi allievi per un po’, parte di quel Freedom Theatre che ancora oggi vive, e fa del teatro la propria strada per la formazione, la consapevolezza, l’auto affermazione.
“Tutti gli animali sono uguali. Ma alcuni sono più uguali degli altri”
George Orwell, La fattoria degli animali (una delle ultime opere teatrali messe in scena da Juliano con i propri allevi)
> Qui il sito del Freedom Theatre di Jenin
> Qui un bel ritratto di Juliano Mer-Khamis scritto da Edoardo Crisafulli
La terza storia del Teatro Clandestino è quella di Natalja Estemirova, attivista cecena che aveva lasciato il proprio lavoro come insegnante per raccontare gli abusi dell’esercito russo e dei guerriglieri ceceni sulla popolazione civile durante e dopo le due guerre cecene.
Natal’ja era amica e collega di Anna Politkovskaya, con cui ha collaborato su molti casi di rapimenti e omicidi altrimenti passati sotto silenzio. Natalja è stata uccisa tre anni dopo Anna, probabilmente dagli stessi mandanti. Nessuna di loro ha ancora ottenuto giustizia per il proprio assassinio.
“La verità non si uccide”
Natalja Estemirova
L’idea di La verità non si uccide, frase pronunciata da Natalja mentre era ancora in vita, è nata anche grazie ad un incontro con un reporter indipendente che, come i suoi colleghi protagonisti di questo spettacolo, non ha paura di raccontare storie scomode o pericolose. Giorgio Fornoni, che non ha potuto essere presente la sera dello spettacolo, ci ha concesso di proiettare uno dei suoi reportage all’interno del quale sarà possibile ascoltare in prima persona le voci di Anna Politkovskaya e Natalja Estemirova, da lui stesso intervistate.
> Qui il reportage “Giornalisti russi di prima linea” sul sito di Giorgio Fornoni
I personaggi a cui il Teatro Clandestino ha dato voce non sono eroi, non hanno colonizzato le prime pagine dei giornali, hanno semplicemente fatto ognuno il proprio mestiere, senza enfasi, né sentendo il bisogno di fare self branding.
Sono morti per la verità, ma il loro lavoro, tenace e silenzioso, è sopravvissuto.
Daniele Lasta, classe 1999, ha uno sguardo intelligente e una riservatezza elegante che è qualcosa di più che modestia. Diciamo che è proprio una fatica fargli spiegare (per i non addetti ai lavori) che è stato appena ammesso in un’importante accademia, l’Accademia Pianistica Internazionale di Imola, senza avere preso prima un Diploma in Conservatorio, eccezione che le Accademie fanno per pochi talenti.
Io facevo break dance, ascoltavo musica pop, autori americani come Eminem. Poi mio padre mi ha regalato una tastiera e suonando, all’inizio da solo, ho scoperto la musica classica.
La musica contemporanea mi piace perché è fresca e sincera. Ma ascoltando musica classica si percepisce questo grande messaggio, che non dipende dall’epoca in cui è stata scritta.
Ho un debole per i romantici, ma anche nel novecento sono state scritte moltissime cose interessanti, nel ‘900 la musica esplode in un caleidoscopio di punti di vista.
La musica classica è più complessa della musica moderna. E’ più ricercata, c’è una raffinatezza nel linguaggio, e il fine è diverso.
La musica moderna è da fast food, se ne sfornano tantissime, più mirate al commercio, e porta messaggi più freschi, legati a momenti emotivi. Mentre nella musica classica, o nella musica romantica, si cerca di entrare nell’animo umano, è molto più profonda. Questi sono autori che non passeranno mai di moda. Se la gente li amava nel 1800 li amerà anche nel 2050.
E’ un po’ vero, se devi controllare quello che hai sotto le dita, che già è molto, è vero anche che bisogna controllare tantissime altre cose. C’è un lavoro di immaginazione da fare, che è molto di più di quello che si ha sotto le mani.
Ci vuole anche la tecnica. Sembra strano ma è da considerare come un lavoro vero e proprio. Se un operaio fa otto ore al giorno un pianista dovrebbe riuscire a farne otto. Io considerando la scuola riesco a suonare cinque ore al giorno.
Se si ha spinta vitale si riesce a fare un po’ tutto.
E’ andato tutto molto bene, è stato molto bello, nonostante avessi avuto un imprevisto, una tendinite.
Ho studiato a mente per un mese, e poi le ultime due settimane ho rimesso le mani sul pianoforte.
Voglio lasciare spazio al mio repertorio, cerco di ampliarlo, studio più che posso. Quindi per il momento non sto partecipando a molti concorsi, per quelli devi essere bello impacchettato. Probabilmente dall’anno prossimo.
Suonerò dei brani di Chopin, di Satie, e un sestetto di Poulenc. Non mi è mai successo di suonare in sestetto con dei fiati, dei fiati così bravi tra l’altro. La cosa interessante per il pubblico sarà vedere come da Chopin si può arrivare ai compositori di inizio novecento. Dentro queste musiche c’è un fermento di idee nuove legate alla Parigi di quegli anni.
Speriamo di rendere quel fermento.
Lo becchiamo al telefono, tra una galleria e l’altra, mentre è sul treno da Reggio Emilia per Pesaro, e iniziamo subito a farci gli affari suoi. Perché Pesaro?
Sto andando ad un primo incontro per fare una drammaturgia per un museo, sarà una cosa che non si vedrà in scena, un lavoro particolare.
Ho appena fatto a Milano Isabel Green, un monologo scritto per Serena Sinigaglia con l’attrice Maria Pilar Pérez Aspa che è stato in scena all’Elfo, ha fatto il tutto esaurito e stanno pensando di replicarlo.
Poi alcuni dei miei testi stanno ancora girando l’Italia. Homicide House sarà a giugno al Franco Parenti, quindi torna a Milano. Un’altra soddisfazione è che Allarmi, un testo fatto due anni fa per Ert messo in scena a Modena e Bologna ora sarà tradotto in diverse lingue, in Spagna, a Tolosa, e nella prossima stagione in Polonia e Slovenia. E’ bello il fatto che viva anche fuori dall’Italia. Forse la tematica, dato che il testo parla dei neo fascismi, è particolarmente attuale oggi in Europa.
Tra gli altri progetti ultimamente ho scritto e diretto un cortometraggio, ora stiamo finendo il montaggio e tra poco sarà pronto e ho in progetto di farne altri. Ma i progetti in cantiere sono ancora tanti.
Sì, assolutamente, poi ho anche iniziato a insegnare in Paolo Grassi. Insegno al primo anno, mi sento molto responsabilizzato. Ma oltre al peso della responsabilità c’è anche la soddisfazione personale. Lo so che è incredibile ma riesco a vivere di tutto questo, facendo tante cose, testi ma anche traduzioni, ad esempio ho appena tradotto Trainspotting e Tamburi nella notte di Brecht per l’Elfo.
Ho sempre scritto, anche prima, durante l’Università, racconti romanzi, poi ho fatto un corso di teatro con MaMiMò (compagnia che gestisce il Piccolo Teatro Orologio di Reggio Emilia ndr) e ho visto che questo linguaggio mi piaceva. Ho iniziato a farlo con degli amici, in modo amatoriale ma con tanto divertimento. Quindi già durante l’ultimo anno di università mi sono iscritto all’Accademia (la Scuola Civica di Teatro Paolo Grassi). Dal terzo anno di accademia ho iniziato a lavorare con Mamimò, poi ho vinto qualche premio (Giusto qualcuno: in pochi anni Emanuele ha vinto tutti i più prestigiosi premi di drammaturgia in Italia, dal “Premio Pirandello”, al “Premio Hystrio”, al “Premio Riccione Pier Vittorio Tondelli”), e questo ha aiutato a farmi conoscere e a lavorare anche con altre persone.
In sostanza sono dieci anni che non faccio altro. Prima da studente e poi da lavoratore precario.
Sì, ma non è così semplice. C’è pubblico giovane che ha voglia di cose nuove che raccontino la contemporaneità, come linguaggio, come visione del mondo. Però ci sono ancora dei problemi. Un po’ il teatro sta andando incontro a questa esigenza del pubblico di avere nuove storie, ma ci sono anche tante sacche di staticità che allontanano gli spettatori. Nelle grandi città come Milano, Roma, Firenze c’è attenzione alla proposta culturale. Ma ci sono tante città di provincia dove si fanno solo classici rivisitati o star della televisione, e questo è un problema perché non educa il pubblico.
Bisognerebbe arrivare ad avere autori nuovi anche nelle stagioni di provincia con gli abbonati. Io credo che anche loro si divertirebbero, ma c’è il timore da parte di chi programma che la serata rimanga vuota. Appena ti sposti nelle città di provincia ci sono luoghi inarrivabili per le giovani compagnie.
A Milano, in teatri come l’Elfo Puccini o il Piccolo al Parenti, fanno qualche classico ma anche cose contemporanee. E il pubblico apprezza.
Io non partecipo direttamente a creare la stagione teatrale, ma la compagnia sta facendo un lavoro fantastico, la stagione di quest’anno è bellissima e il teatro è sempre pieno, qualcuno resta anche in piedi o rimane fuori. E’ un’isola felice.
E’ giusto lavorare sul territorio a livello di progettazione. Poi, per quanto riguarda le produzioni è bello che gli spettacoli vengano visti da più gente possibile. Io spero sempre che i miei testi raggiungano il maggior numero di persone possibili. I nostri coetanei inglesi e francesi ci sono. Perché noi no? Solo perché siamo in paese culturalmente arretrato?
Foto da Homicide House, in scena in Fucina il 10 febbraio 2018.
Nei miei testi non c‘è un filo conduttore, vorrei sempre toccare temi diversi. Il filo conduttore piuttosto è lo sguardo. E anche questo vorrei cambiare, o forse cambia inevitabilmente. Mentre cambia l’autore cambia il modo in cui guarda le cose. Sto scrivendo un sacco di cose di cui non saprei dire qual è il tema. Lo sguardo che se fossi io spettatore mi farebbe riflettere sulla nostra realtà, parlare dell’uomo l’ha già fatto Shakespeare, ogni epoca però ha il proprio linguaggio.
Quindi non lo so, adesso vorrei fare una cosa sull’ambiente. Mi piacerebbe cambiare linguaggio e codice, ad esempio toccando il cinema, lì facendo anche il regista mi devo porre anche una serie di problemi, di interrogativi e di stimoli diversi.
E’ stato un progetto molto felice. Non so se è una parabola o una dark comedy, io cerco di non definirla. Mi interessava chiedermi quali sono i valori della nostra epoca o quali non sono, ma farlo anche in maniera divertente e inaspettata.