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Quattro chiacchiere con Francesca Moscardo, conosciuta su internet come Nana Bianca, che questo venerdì 19 aprile 2024 porterà in scena il suo talk Le persone nane nella storia e nell’arte nel nostro Teatro Fucina Machiavelli di Verona.

Puoi ascoltarla in versione audio su Spotify, Apple Podcast oppure qui:

Ciao, Francesca, benvenuta! Innanzitutto io ti chiedo di presentare sia te che il talk che porterà in cucina sul nostro palco questo venerdì.

Io sono Francesca Moscardo. Tanti mi conoscono come Nana Bianca perché ho una disabilità fisica che si chiama displasia diatrofica, banalmente una forma di nanismo e nel 2017 ho aperto un blog che si chiama Nanabianca blog, in cui raccontavo il mio punto di vista da un metro d’altezza.

Io però sono anche una storica dell’arte di formazione e mi è sempre interessato il tema della diversità umana all’interno delle delle rappresentazioni artistiche.

Dunque nella talk che ci sarà venerdì io parlerò delle persone nane nella storia e nell’arte, un tema sorprendentemente vastissimo. Ho iniziato ad esplorarlo quasi per gioco, per sfida personale e non pensavo che avrei trovato così tanto materiale e ne sta uscendo sempre di nuovo, quindi è una ricerca che non finirà.

A proposito mi piacerebbe chiederti da dove inizia questa ricerca, perché, se non mi sbaglio, leggevo che l’idea di parlare specificamente di questo tema ti è nata un po’ su suggerimento dei nostri amici del Teatro Scientifico…

Esatto. Nel 2019 Isabella Caserta del Teatro Scientifico mi chiese di partecipare al Festival Non C’è Differenza, portando la mia competenza di storica dell’arte. Quindi non era partita da con l’idea di chiedermi una conferenza su sulle persone nane, ma sono stata io a voler unire questi due aspetti che mi caratterizzano.

Ci fai un piccolo teaser del talk, ci racconti qualcosa di assurdo, qualche leggenda che hai trovato facendo ricerche…

Allora non immaginavo, ma il periodo dell’antico Egitto conserva tantissime testimonianze di persone nane in molte raffigurazioni, statue, incisioni. C’erano molti funzionari vicini ai faraoni che erano nani, all’inizio della civiltà egizia c’era quasi un culto dei nani, sono stati trovati proprio scheletri e tombe, nelle necropoli dei faraoni. Questo mi ha emozionato tantissimo perché studiando il resto della storia, sembra quasi che l’accettazione del diverso fosse maggiore più indietro si va nel tempo.

Poi il mio preferito è forse il primo scheletro di nano ritrovato che è stato trovato in Calabria in una piccola necropoli paleolitica. Anche lui testimonia il fatto che fosse stato accettato dalla società, perché è riuscito ad arrivare all’età adulta, cosa che non era scontata.

Quindi forse le idee che abbiamo noi che chiunque avesse una disabilità nell’antichità venisse non so buttato giù dalla rupe Tarpea non è così accurata.

No, non era scontato, è più un concetto che si va a che si forma andando avanti con la storia, nel mondo greco comincia ad esserci un’ambiguità su questo tema, cosa che poi tornerà molto forte, purtroppo con il cristianesimo. Nel Medioevo c’è questa ambivalenza tra dover aiutare i malati, i diversi come da precetto biblico e dall’altra parte però si associano le persone nane a figure demoniache, legate al peccato. E questa questa ambivalenza in realtà si trascina fino ai giorni nostri.

Un altro momento interessante che vede la presenza di molti nani e molte rappresentazioni di nani, è il Rinascimento e il Barocco. Nelle corti, nelle grandi corti europee come nelle piccole, i nani e altre persone con delle caratteristiche fisiche particolari erano molto ricercati. I nani era un un elemento di prestigio e di rarità, erano collezionati, quasi erano scambiati come doni di prestigio tra le varie corti per allacciare rapporti, per stabilire matrimoni.

Insomma erano uno status symbol, come regalare un Rolex

Sì erano uno status symbol prestigioso e nelle raffigurazioni di quei periodi, se guardiamo bene, sono quasi sempre associati a tre animali: il cane, il pappagallo e la scimmia.

Questo avveniva un po’ perché erano proprio i guardiani di questi animali esotici che venivano tenuti dai signori, ma anche perché, per esempio con la scimmia e col pappagallo c’è una un parallelismo: la scimmia scimmiotta l’uomo e anche il nano, che non è considerato una persona, scimmiotta a sua volta l’uomo e lo stesso il pappagallo imita con la voce la voce umana.

Ah.

Sì è una simbologia molto chiara: il nano è un gradino sotto l’uomo un gradino sopra al cane.

Mamma mia.. e parlando di storia delle persone nane, c’è qualcosa invece legato alla storia di Verona che ti viene in mente?

Sì c’è un personaggio della signoria scaligera Pietro da Marano detto Piero Nan da Maran perché era nano. Era un funzionario di Cangrande della Scala, un suo fedele che aveva incarichi diplomatici. Era diventato molto ricco e potente all’interno della Signoria, tanto che si si può assimilare a quello che è Tyrion Lannister di Game of Thrones -ho trovato un articolo che lo che lo definiva in questo modo- perché, appunto ordiva intrighi, faceva la spia e praticava anche l’usura, che era un peccato a quel tempo. Quando muore, nel tardo medioevo, nel testamento lascia la  disposizione di costruire un portale nella chiesa di San Lorenzo a Vicenza, nel quale si fa ritrarre come il donatore di questo portale e la sua statua è a grandezza naturale.

Pietro “Nan” di Marano

Tyrion Lannister di Game of Thrones

Che storia bellissima! Allora, io ti farei la nostra ultima domanda, con cui cerchiamo di chiudere tutte queste serie di interviste, che, premetto, è un po’ provocatoria: perché una persona dovrebbe venire ad ascoltarti in questo bellissimo venerdì sera?

Per scoprire qualcosa di completamente nuovo e inaspettato, che non si conosce assolutamente ma che fa parte del nostro bagaglio culturale

E che o si ascolta da te o da nessuna parte. 

Esatto oppure si devono leggere centinaia di articoli sparsi, in tante riviste, tanti libri, in tante lingue.

Mi sembra più che un ottimo motivo, direi. Allora vi aspettiamo tutti e tutte venerdì sera!

Vi aspettiamo ciao!

– – –

Potete seguire Francesca su facebook @Nanabianca Blog e instagram @nanabianca_blog, e leggere il suo blog nanabianca.blog

Più info sulla rassegna qui:

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