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Come è nato Alonso?

Alonso nasce dall’incontro tra Fucina Culturale Machiavelli, centro di produzione teatrale, musicale e multimediale, e la start up tecnologica Ximula, ed è stato realizzato grazie al contributo di Fondazione TIM, che aveva indetto un bando per la creazione di uno spettacolo innovativo.

Come è nata questa idea?                                                                           

L’idea di lavorare sul Don Chisciotte viene dalla curiosità di lavorare sul tema della visione ed dell’immaginazione sfruttando l’immersività ed il coinvolgimento sensoriale garantiti da strumenti innovativi come il video a 360°. Grazie all’uso della tecnologia, abbiamo potuto rendere visibile la  fervida immaginazione del protagonista, intrecciata tra il reale e il virtuale grazie all’animazione overlay che si sovrappone al girato live. Per tutta la durata dello spettacolo prende vita un parallelismo tra il vissuto di Alonso, la sua immaginazione che reinterpreta la realtà, e la figura dello Spirito di Don Chisciotte, presente dal vivo di fronte allo spettatore, che si trova quindi nel mezzo dalla continua dialettica tra il concreto del palcoscenico e la visione a realtà aumentata dei contenuti multimediali.

Chi è Don Chisciotte per te?

Don Chisciotte secondo me è chi guarda alla realtà e riesce a vedere altro. Di solito è rappresentato come un pazzo, ma a me non interessava tanto la follia quanto l’ingenuità ed il coraggio di chi si sente libero di immaginare e creare una realtà diversa e un futuro differente per sé. Quella limpidezza dello sguardo che hanno solo i giovani nel momento in cui si affacciano sul mondo del lavoro e della vita adulta. Per questo il mio Don Chisciotte è un adolescente carico di sogni, paure e desideri grandi.

Chi sono i protagonisti?

Alonso, il cui nome deriva da quello di battesimo di Don Chisciotte, è un ragazzo creativo, con una fervida immaginazione che spesso lo porta ad alienarsi dalle altre persone. È molto sicuro di sé e dà poco peso alle opinioni altrui, ma ha una grande capacità di introspezione e una spiccata intelligenza emotiva.

L’altra co-protagonista è Nina, la sua compagna di classe, una ragazza molto vivace, esuberante e istintiva. È sudamericana di origine e si è trasferita in Italia molto piccola; sa essere molto ambiziosa e sa farsi valere nei conflitti.

Ci racconti qualcosa della trama?

La vicenda, ambientata in un periodo del lockdown, inizia quando Nina irrompe in casa di Alonso dando una scossa alla sua inedia. Scopre che Alonso ha il desiderio recondito di illustrare un taccuino in cui sua madre, che è mancata quand’era piccolo, aveva iniziato riscrivere la storia di Don Chisciotte. Alonso intuisce che questa storia è legata a lui perché il suo nome è anche quello di Battesimo di Don Chisciotte, ma il taccuino si interrompe a metà e alla fine c’è scritto di continuare sul secondo taccuino. L’unica persona che potrebbe essere a conoscenza di dove possa essere questo secondo taccuino è la nonna di Alonso, che però si sta spegnendo in solitudine nella casa di riposo dove le visite sono vietate a causa del lockdown. Alonso si demoralizza ma Nina intravede un barlume di possibilità e lo trascina fuori di casa. Da lì comincia il loro viaggio su un destriero a forma di vespa, immersi in una Mancha dai profili veneti.

E adesso vi invitiamo tutti a vederlo a Venezia dal 13 luglio al 6 agosto!
Info e biglietti>>

Ecco il video completo dell’intervista:

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Teatro ex Centro Mazziano - Via Madonna del Terraglio 10, Verona