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Buongiorno Stefano, raccontami qualcosa in più del processo con cui va interpretata la scrittura di una colonna sonora, e nella fattispecie di un’opera così innovativa come “Alonso, Don Chisciotte tra reale e virtuale”.

Buongiorno Zeno, innanzitutto ho preso in esame la temperie storico culturale in cui prende vita il Don Chisciotte, opera del tardissimo rinascimento e inizio barocco, che chiude l’epoca del romanzo epico cavalleresco. Sotto alcuni aspetti il Don Chisciotte ricorda l’hegeliana nottola di minerva che vola sul far del crepuscolo, quando null’altro c’è da fare se non attendere il declino del giorno, tramonto di una  secolare tradizione letteraria di cui costituisce una sorta di epilogo. 

Nell’opera di Cervantes c’è indubbiamente molto della letteratura precedente, vista con uno sguardo disincantato, ironico. Alla letteratura si affianca un tradizione musicale ben definita, con musiche e temi legati al mondo cavalleresco, come i cicli Carolingio ed Arturiano. 

Molto spesso ogni personaggio ha infatti una sua melodia o tema caratteristico, si veda a proposito il basso di Ruggiero, personaggio del ciclo Carolingio. 

Nella composizione delle colonne sonore mi ispiro al mitico John Williams, una scuola classica, in cui ad ogni personaggio è abbinato un tema ed uno strumento musicale, Alonso è in particolare legato agli archi, con un violoncello per lui ed un violino per sua mamma, Nina ha l’armonica a bocca, Maurizio un insieme assortito ed improbabile di strumenti che rimandano al mondo Zen, uno Zen popolare, di consumo, un po’ da Autogrill. (sorride n.d.r.)

Nelle colonne sonore che curo inserisco sempre il mio stile personale, da compositore e cantautore, con arie americane, country, che traspare fortemente anche nelle musiche di Alonso.

Oltre alla tua impronta di musicista, è presente in Alonso un’altra fonte d’ispirazione particolare? 

Assolutamente! In questo lavoro ho sovente utilizzato “l’Ostinato”, tema della follia, che compare in varie opere cavalleresche, ad esempio nell’Orlando di Ariosto o nel primo Don Chisciotte, è stato in seguito inserito con variazioni nella Sarabanda di Handel, e reinterpretato da compositori celebri quali Geminiani, Vivaldi, Corelli, un tema famosissimo, celeberrimo.

Questa melodia è utilizzata come Leitmotiv della colonna sonora, e accompagna i momenti di delirio, furore cavalleresco dei personaggi, come Alonso, Maurizio, lo Spirito Don Chisciotte, il mendicante. Ovviamente con le dovute sfumature in relazione al personaggio interessato.

 

Facciamo ora un un accenno alla parte più tecnica della musica, oltre alla composizione ti sei dedicato personalmente anche alla riproduzione nel concreto degli spartiti ed alla registrazione? So che oltre ad essere compositore e cantautore, sei anche un valido polistrumentista.

Esatto, oltre alla scrittura della musica mi sono occupato personalmente di una buona parte della sua messa in atto, ho infatti suonato tutti i pezzi che non prevedono strumentazione ad arco, come chitarra, armonica, flauti, batteria, bassi, synth. C’è poi la scena della pellicola in cui compare fisicamente l’orchestra “Fucina Armonica”, di cui anch’io faccio parte come violino solista, in cui suona anche Afra Mannucci, violoncellista che da tempo collabora con me nel mio progetto cantautorale.

 

Come si sviluppa il processo di produzione per la colonna sonora di uno spettacolo misto nelle forme ed ambizioso come “Alonso”?

Diciamo che la produzione delle musiche si è articolata in due campi, quello dello spettacolo live, in cui la musica si è modellata in itinere, seguendo l’esibizione e prendendo la forma più adatta ad essa, e quella della parte di pellicola registrata, in cui l’orchestra è stata registrata durante le riprese, il resto è stato scritto sulla bozza del montato, adattandola perciò ai tempi scenici necessari alla narrazione.

Inoltre, la musica è stata scritta in gran parte di pari passo allo sviluppo dello spettacolo, solo tre canzoni infatti nascono precedentemente al momento di stesura dell’opera, la prima è il pezzo iniziale “Alone”, una poesia di Edgar Allan Poe musicata da me, che parla della sua esperienza di adolescente, che ha distorto con la fantasia ogni suo vissuto, che gli ha fatto amare in solitudine tutto ciò che ha amato. Ho inserito questo brano perchè pareva perfettamente adatto alla storia di Alonso. Poi c’è “La ballata degli erranti”, scritta ad hoc per il film; ed infine, su commissione dell’autrice Sara Meneghetti, una canzone scritta sul testo di Italo Calvino “Oltre il ponte”, messa in musica con successo dai Modena City Ramblers, che esplora il tema della resistenza e del bisogno di trasmettere il racconto, le sensazioni di essa a chi non l’ha vissuta.

Qui di seguito una strofa della poesia, che può richiamare, oltre all’umanità della lotta partigiana, anche a quella del giovane Alonso, la cui vita (ri)comincia con l’oltrepassamento del ponte, e, nel suo caso, delle mura domestiche.

“Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent’anni la vita e` oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l’amore.”

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