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teatro

ingresso del teatro di fucina

Buon primo maggio, lavoratori e lavoratrici dello spettacolo!!

By Management culturale, Tutti

Buon primo maggio, lavoratori e lavoratrici dello spettacolo!!

Ma chi sono, costoro?

Piccola premessa utile. Ci piace l’idea di usare questo spazio per aprire qualche scorcio sul “dietro le quinte” di Fucina. Oggi, che è la festa dei lavoratori, vogliamo raccontarvi un’assurdità possibile che tanti teatri come noi conoscono, cioè che la cultura, pur scegliendo di non produrre profitto, possa però creare lavoro. Così che ogni volta che acquisterete un biglietto saprete cosa, anzi chi, state andando a retribuire, per davvero.

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Fucina-culturale-machiavelli-Charles-che-scalava-le-piramidi

Ponzi, Ponzi, po-po-po!

By Stagione 19.20, Teatro

Uno spettacolo di teatro a Verona: la storia di Carlo Charles Ponzi

Ti piace vincere facile? Così recitava lo slogan dei gratta e vinci di qualche anno fa.
Se fosse possibile vincere facile, però saremmo tutti multimilionari e passeremmo i giorni sul divano a guardare documentari sulle balene azzurre su Netflix.
Noi il modo per passare le giornate così ancora non lo abbiamo trovato, ma Carlo “Charles” Ponzi per un bel periodo della sua vita diciamo che non se l’è passata male. Neanche i dirigenti megagalattici di Herbalife, a dire il vero. E se su Netflix avete visto “Betting on zero” sapete di cosa stiamo parlando.

Noi possiamo proporvi uno spettacolo teatrale sulla sua vita. A Verona, a Fucina Culturale Machiavelli.
Di e con i Regina MAB.

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fake is the new real per le scuole superiori

Fake is The New Real per gli studenti delle superiori!

By Teatro, teatro ragazzi

Fake is The New Real per gli studenti delle superiori!

Sei un professore o una professoressa delle scuole secondarie di primo e secondo grado?

Porta i tuoi studenti a vedere Fake is The New Real, la produzione di Fucina sulle trappole del web selezionata per la rassegna Non solo Shakespeare del Teatro Stabile di Verona.

17-18 dicembre – ore 10.30
Cinema Teatro Alcione
Fake is The New Real

Scuola secondaria di I° (dalla 3° media) e II° grado – Ingresso 7 Euro – durata 1’10
seguirà dibattito sui temi dello spettacolo

Guarda il trailer dello spettacolo >

Che differenza c’è tra una notizia falsa e una vera? Nessuna. Anche le notizie false cambiano il mondo.
Protagonista dello spettacolo è l’Algoritmo, che si fa amorevolmente carico delle ansie dei solitari viaggiatori del web. L’algoritmo sa tutto di te, ti conosce come nessun altro, conta i tuoi passi, cattura la tua attenzione. I personaggi, intrappolati nella bolla d’attenzione che costruisce per loro un mondo speculare, a misura dei loro desideri, cercano una qualche verità che sveli i meccanismi nei quali sono immersi, senza riuscirci.
Il loro girovagare nel web sarà familiare ai giovani nativi digitali: su internet visitiamo credendoci non visti luoghi-negozi che ci osservano, abitiamo case-palcoscenici dove solamente chi la pensa come noi ci è proposto come pubblico, frequentiamo librerie ed edicole di cui ci fidiamo ciecamente, perché confermano senza sosta la bontà della nostra opinione.
Lo spettacolo nasce da un’idea: internet, prezioso azzeratore di distanze, biblioteca universale, informatore instancabile e foro democratico, deve trovare dei viaggiatori attenti per raccoglierne tutto il valore e le potenzialità senza restare intrappolati nella sua rete. Questo perché la tentazione di scambiare il virtuale col reale è sempre più forte e, probabilmente, un nostro rovinoso punto debole.

Scarica la scheda dello spettacolo

Per partecipare scrivi a progetti@teatronuovoverona.it

drammaturgia Sara Meneghetti | regia Mirko Segalina | proiezioni Mirko Segalina | scene Marilena Fiori | con Anna Benico, Sabrina Carletti, Mirko Segalina, Stefano Zanelli | compagnia Scena Machiavelli

teatro Verona - real life theatre

Real Life Theatre – Fucina Culturale Machiavelli e Teatro Stabile di Verona

By estate 2018, Scena Machiavelli, Spettacoli esperienziali, TeatroOne Comment

Real Life Theatre al suo debutto

Real Life Theatre è uno spettacolo di teatro esperienziale a Verona, di Fucina Culturale Machiavelli in collaborazione con il Teatro Nuovo di Verona

Vivi la storia, scrivi il finale. Real Life Theatre è il nuovo concept di teatro esperienziale nato nel fuoco di Fucina Culturale Machiavelli prodotto in collaborazione con il Teatro Stabile di Verona per l’estate 2018.

Dopo il successo di Cecità, spettacolo al buio che ha entusiasmato il pubblico di Verona, nasce Real Life Theatre, un’esperienza site specific per pochi spettatori per volta, che dà la possibilità di vivere una storia nella città di Verona, come mai hai fatto.

Con Real Life Theatre due imprese culturali del territorio di Verona formano un sodalizio per una nuovo format di teatro esperienziale. Il primo spettacolo prodotto è Lancelot, una storia ambientata ai giorni nostri e ispirata al racconto di Lancillotto e Ginevra, del celebre romanzo di Chrétien de Troyes.

La tua presenza può influenzare la storia, le tue scelte decideranno il finale. Come?

Lo spettatore parte dal Foyer del teatro di Fucina Culturale Machiavelli ma poi insegue la storia in luoghi non teatrali, diventando lui stesso un personaggio a cui viene affidato il compito di scoprire un segreto. A lui poi resta la scelta, svelarlo o tenerlo per sé?

Lancelot

testo e regia Sara Meneghetti
con Anna Benico Sabrina Carletti Mirko Segalina Stefano Zanelli
#scenamachiavelli

Dal 22 al 24 giugno
h 18 – 19,15 – 21 – 22.15
massimo 8 spettatori per replica

I biglietti per la tua esperienza di #RealLifeTheatre sono disponibili online qui > .
Per informazioni puoi scriverci, ti risponderemo il prima possibile!

biglietteria@www.fucinaculturalemachiavelli.com
www.reallifetheatre.it

Teatro Verona-real-life-theatre
Luca Mammoli Generazione Disagio

Intervista a Luca Mammoli, attore e autore di Generazione Disagio

By Teatro, TuttiNo Comments

Inauguriamo il Blog della Fucina!! Nostra prima cavia e ospite Luca Mammoli, attore e autore del collettivo Generazione Disagio, che apre la stagione di teatro 2016-2017 di Fucina Culturale Machiavelli al Teatro ex Centro Mazziano con il loro spettacolo d’esordio Dopodiché stasera mi butto.

Luca, raccontaci com’è nata Generazione Disagio.

Fondamentalmente eravamo un gruppo di attori che avevano fatto la scuola insieme. Per un paio d’anni, dopo il diploma in Paolo Grassi, ognuno ha lavorato per i fatti suoi, a briglia sciolta. Poi, dopo due anni, Enrico fa “mettiamoci insieme, facciamo qualcosa”, quasi più per rinsaldare l’amicizia che per altro. Tutt’oggi non siamo costituiti come compagnia, siamo un collettivo, che si prefigge come scopo il teatro, ma non solo. Ci piace promuovere attività culturali sul territorio, coinvolgendo creatività di altri settori, musicisti, disegnatori.

Quale territorio?

La base è Milano, ma nessuno in realtà è milanese. Io sono umbro, Enrico di Genova, Graziano pugliese, Andrea è l’unico milanese per metà. Insomma ci siamo trovati perché volevamo fare cose nostre, dire la nostra, cosa che anche partecipando a produzioni di grandi teatri non ci era possibile. Il tutto è nato con delle cene, attorno a un tavolo, mettendo insieme degli spunti su cui scrivere a ruota libera. Quando abbiamo capito che era materiale che ci interessava davvero ci siamo chiesti: come renderlo drammatizzabile? Ci siamo dati una scadenza, il concorso Scintille del Festival di Asti. L’abbiamo lavorato, con materiale trovato qui e là, banchi di scuola, pezzi di recupero. A tre giorni dal debutto, non scherzo, mancavano tre giorni, avevamo questo spettacolo che parlava di suicidio, e ci siamo guardati in faccia: era un pippone. Allora Riccardo (il regista, ndr) propone: “Perché non ci giochiamo su?” E l’ironia ha ribaltato tutto. E’ nato il gioco. Questo modo di parlare dei problemi ma con ironia, un’ironia amara, pungente. Siamo andati al Festival ed è stato da subito un successo. Non abbiamo vinto, menzione speciale. Ma da lì, una cosa tira l’altra. Abbiamo conosciuto Tindaro Granata e Carmelo Rifici di Proxima res, loro si sono innamorati dello spettacolo e hanno deciso di produrlo. E dopo due anni siamo quasi arrivati alle cento repliche.

Voi quindi vivete di questo?

Non ho capito la domanda. La vita nel teatro? Alti e bassi, è difficile, lo sapete anche voi. Abbiamo anche altro, ma ci si prova, ci si prova.

generazione disagioProgetti futuri?

Beh, lo spettacolo ha già un seguito. Abbiamo portato Dopodiché al Teatro della Tosse, a Genova. All’inizio loro non sembravano convinti, noi abbiamo insistito per allungare la tenitura. Tre giorni in più, e vediamo come va. Hanno acconsentito e, in quei tre giorni, grazie al passaparola il teatro si è riempito tanto da dover mandare via la gente. Sono rimasti molto colpiti e ci hanno proposto: “Ve ne produciamo un altro, vi va?” Come dire di no.

Karmafulminien è stato in scena lo scorso dicembre al Teatro Elfo Puccini, a Milano. Ed ha avuto un bel successo. Ora non ci dispiacerebbe chiudere la trilogia e fare un terzo, vedremo. Nei prossimi mesi saremo lontani e sarà un periodo per capire.

Parliamo dello spettacolo, in Dopodiché stasera mi butto, hai parlato di risata amara. Siete Generazione Disagio, ma sentite in qualche modo una responsabilità verso la generazione di cui e a cui parlate?

Lo spettacolo parla di noi, di tutta una generazione, quindi si ride perché ci si riconosce. Si ride di sé stessi,  ( Il palcoscenico è uno specchio, no?) Esatto, non scomodiamo grandi temi come la fame nel mondo, ma prendiamo per il culo gli aspetti quotidiani della nostra vita, i piccoli suicidi quotidiani e il modo in cui noi ci buttiamo via nell’inazione, passando il tempo a piangerci addosso. Dopodiché è una gara a chi è più bravo a piangersi addosso. Ma lo scopo è tutto l’opposto. Rendersi conto di questo, e dopo aver riso fermarsi a pensare: queste risate mi sono rimaste un po’ in gola, questi tre personaggi mi fanno anche un po’ schifo. Una volta uno spettatore di Monza ci ha scritto una mail. Disse che lo spettacolo l’aveva un po’ infastidito, gli avevamo fatto schifo. Senza volerlo, ci aveva fatto un gran complimento. Questo è quello che vogliamo. Non ti chiediamo di eliminare la fame dal mondo, uno non saprebbe nemmeno da dove cominciare, ma di partire dal tuo piccolo. Spegnere lo smartphone mezz’ora al giorno, leggere un libro invece di scorrere la colonna delle notifiche di facebook. In questo senso lo spettacolo è un incitamento all’azione.

generazione disagio

Chiudiamo con due domande di pancia, qual è il rischio più grosso che hai mai corso? E qual è stata invece la tua mossa vincente?

Quando mi hanno fatto uno scherzo e durante una replica ho bevuto mezza bottiglia di vodka in scena. Scherzo (ma è successo davvero!). Seriamente, il rischio più grosso che ho corso è stato quando ho deciso di fare la Paolo Grassi. Avevo un lavoro, uno stipendio, una ragazza. E’ stato un lancio nel vuoto.

Ma quella è stata anche la mia mossa vincente, quindi la risposta alle due domande è la stessa. Se uno non rischia non vince. La comfort zone non ti fa scoprire niente. Bisogna mettersi in gioco, continuamente. Questo ti può portare a grandi incazzature quando le cose non vanno come vuoi, ma veder realizzato qualcosa per cui hai sudato ti dà grande libertà, e soddisfazione. Ti dà gusto.

www.generazionedisagio.com
https://www.facebook.com/generazionedisagio/?fref=ts
https://www.facebook.com/events/1346485745392833/

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Teatro ex Centro Mazziano - Via Madonna del Terraglio 10, Verona