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OBERTO, CONTE DI SAN BONIFACIO

l’opera di Verdi con adattamento e musiche originali di Alberto Cara
è in scena il 16 settembre a San Bonifacio, sulle rovine del castello dove si immagina che la vicenda sia ambientata

Orchestra Machiavelli
direttore Giancarlo Rizzi, Conductor
regia e drammaturgia Sara Meneghetti
adattamento e musiche originali Alberto Cara
con
Giulia Zhū Lì Bolcato, soprano
#DarioGiorgelé, basso
Margherita Varricchio, narratrice

domenica 16 settembre ore 20.30
località Motta
INGRESSO LIBERO

NB: l’evento si terrà anche in caso di pioggia, presso il vicino Teatro di San Bonifacio

una produzione Fucina Culturale Machiavelli
con il patrocinio e il sostegno del Comune Di San Bonifacio

La prima opera di Giuseppe Verdi è per l’occasione riadattata per un ensemble di musicisti dell’Orchestra Machiavelli dal Maestro compositore Alberto Cara, e diretta da Giancarlo Rizzi, con la regia di Sara Meneghetti.
Sarà un’occasione per sentire la bellissima musica poco suonata di Verdi attraverso gli occhi di uno dei personaggi principali della storia, la principessa Cuniza, qui interpretata dall’attrice e narratrice Margherita Varricchio.
Cuniza sopravvive alla propria storia per far emergere dalle rovine del castello, perfetta scenografia per quest’opera, gli spiriti dei personaggi: Leonora (Giulia Bolcato, soprano) e Oberto (Dario Giorgelé, basso) che daranno voce con il canto alle proprie vicende, e l’infedele Riccardo, muto per volere della narratrice, che non vuole sentire nemmeno nel ricordo le sue parole bugiarde.

“Mi è sembrato naturale raccontare questa vicenda attraverso occhi femminili, per poter valorizzare alcune tematiche delicate e rare nell’opera lirica, come la solidarietà tra due donne, di fronte a un uomo che le usa a proprio piacimento. Una solidarietà resa ancora più forte perché nata in una società in cui lo status della donna è definito unicamente da quello dell’uomo che le sta accanto, marito o padre. Mentre Leonora non riesce a sfilarsi da questa logica e alla fine perde tutto, Cuniza rinuncia al proprio matrimonio per aiutare Leonora, una volta scoperto che il proprio futuro sposo era già stato promesso a lei, dimostrando grande autonomia e fermezza. La fantastica scenografia naturale delle rovine del castello ha suggerito l’idea di raccontare tutto come se fosse un’evocazione della stessa Cuniza, narratrice che riporta in vita i fantasmi della storia per poterla nuovamente raccontare al pubblico, ma togliendo la parola al personaggio di Riccardo, il suo promesso sposo infedele, ultima rivalsa di una donna che ha preso in mano la propria vita”.
Sara Meneghetti

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